Roccafluvione, Sabato il teatrino parrocchiale verrà intitolato all’indimenticata Serena Kacian Poletti

Sabato 9 ottobre, alle ore 18, dopo la Santa Messa di ringraziamento dedicata a tutti coloro che l’hanno vissuto e animato, verrà intitolato il teatrino all’indimenticata Serena Kacian autrice, produttrice. scenografa e anima del teatro a Roccafluvione. Verranno aperte le porte dei ricordi e del futuro, visitando la mostra dedicata agli oltre 35 anni di vita teatrale a Roccafluvione.

Serena Kačian, futura Poletti, nacque a Zara (nell’attuale Croazia) il 29 ottobre del 1931. In quel periodo Zara era un porto franco italiano, pieno di cultura italiana, veneziana in particolare, e benessere. “Mio nonno – ha ricordato la figlia Anna Cecilia Poletti al sito rivefluvione – Giuseppe Kačian, era un soldato italiano, costretto a lasciare prima la Jugoslavia poi anche l’Italia per cui aveva combattuto, dopo la guerra persa. Mia nonna, Antica Sarin, di origine isolana (Ugljan, isola di fronte Zara), proveniva da una famiglia di pescatori, in cui la capostipite era l’unica persona non analfabeta del paese che si occupava di leggere le lettere che arrivavano dai soldati e dagli emigrati e le scriveva sotto dettatura.

La Via Crucis allestita da Anna Kacian Poletti

La loro casa era di fronte al mare, vocata all’accoglienza dei naufraghi. Mia madre si sentiva orgogliosamente italiana di Dalmazia dopo la delusione di un’Italia e una Jugoslavia che allo stesso modo li avevano maltrattati.

Per restare italiana aveva accettato di lasciare tutto: studi, interessi, amici, affetti. Aveva studiato all’Istituto Magistrale di Zara e parallelamente aveva intrapreso le prime esperienze teatrali, prima come attrice e poi come responsabile delle compagnie teatrali operaie esistenti nelle fabbriche.

Da mio nonno le derivava la passione per l’opera lirica: fin da piccolina la accompagnava a teatro a vedere le opere e lei era arrivata a conoscere a memoria ogni aria. Dalla cultura isolana le derivava la passione per le tradizioni e il ballo folcloristico. Dal teatro e dalla mentalità isolana l’ironia e l’antipatia verso ogni forma di esaltazione e fanatismo.

Con i giovani di Tito aveva ricostruito le strade dopo la guerra ma ne respingeva i toni, i modi, l’esaltazione, il linguaggio stereotipato. Le dissero di cercare la “cellula” (un gruppo di aderenti); lei si presentò con la lente di ingrandimento. Con meno ironia e molto più dolore prendeva le distanze anche dell’ideologia di mio nonno.

Conobbe mio padre alla Snia bpd, fabbrica americana di munizioni e missili per cui lavorava come segretaria e dopo il trasferimento di mio padre all’Enel di Ancona prima e di Ascoli poi, affrontò l’ulteriore trasloco a Roccafluvione, la mia nascita, la nascita della Pro Loco e del gruppo di atletica leggera (per cui prese il patentino di allenatrice), l’impegno con don Isaia per rendere passi del vangelo più comprensibili e vicini attraverso la rappresentazione teatrale (via crucis vivente e ultima cena) e la formazione del gruppo teatrale “Il Siparietto” per cui ha tradotto e riadattato commedie del drammaturgo serbo Branislav Nusic che aveva rappresentato in gioventù e che sono attualmente le uniche traduzioni esistenti in lingua italiana.

Gli ultimi sette anni sono stati segnati da una malattia che poco a poco le ha tolto memoria, linguaggio, autonomia ma che non ha scalfito minimamente il carattere e la voglia di vivere, la capacità di lottare, con la bellezza di chi di fronte alle prove più dure non si è mai piegato”.

E la Pro Loco di Roccafluvione con un grazie enorme a tutti i cittadini di ogni fascia d’età che hanno contribuito al ripristino del teatrino parrocchiale è orgogliosa quindi di invitare tutta la cittadinanza a questa intitolazione e soprattutto è lieta di restituirlo alla sua gente, bello come non è mai stato, pieno di storia, di storie e di sogni.

 

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