SAN BENEDETTO – Don Gian Luca Rosati, parroco della chiesa Cristo Re di Porto d’Ascoli ha chiuso il cancello dell’oratorio, mandando un segnale a quanti esprimono la loro inciviltà.
“Chi mi conosce, sa bene quanto mi costi prendere un tale provvedimento, ma dopo mesi trascorsi a predicare e pazientare, ho deciso che è giunto il momento di un gesto un po’ più forte. Così poco fa ho appeso questo cartello sui cancelli di accesso all’oratorio. Per oggi pomeriggio sicuramente i cancelli saranno chiusi”.
E’ l’annuncio di Don Gian Luca Rosati, parroco della chiesa Cristo Re. Appare sui social, ma il cartello è stato affisso anche sui cancelli dell’oratorio ed invita ad una riflessione.
“Da domani in poi, vediamo, ma penso che passerà un po’ di tempo prima di riaprirli. Mi dispiace, ma non posso più tollerare bestemmie, parolacce, volgarità, atti di bullismo,… gesti altamente incivili,… che alcuni (pochi) vengono a commettere in oratorio perché qua dietro nessuno li vede. Voglio dare un segnale, invece, che Qualcuno, Dio, li vede sempre e che le cose che non possiamo fare alla luce del sole, sono cose cattive e vanno evitate anche se non c’è nessuno a vederci. Nella Casa di Dio non ci si deve permettere di fare volontariamente il male. Vi assicuro che ho avuto anche troppa pazienza, richiamando personalmente i diretti interessati e trascorrendo molto tempo sul campo per vigilare e intervenire prontamente in caso di necessità. Con me anche i catechisti e gli educatori e altri collaboratori della parrocchia e molti genitori e nonni sono intervenuti a richiamare e a correggere, ma occorrerebbe stare lì a vigilare 24h su 24 e non è fisicamente possibile. Quindi, per il bene dei più piccoli, potenziali vittime delle prepotenze dei più grandi, OGGI SCELGO di chiudere il cancello. Naturalmente, da domani se qualcuno vuole giocare, mi chiama, chiede il permesso, ci guardiamo negli occhi, e lo faccio entrare, ma alle regole parrocchiali, non alle regole del Far West”.
Un segnale, forte, quello inviato dal parroco; poi verrà sicuramente il perdono, ma l’invito è quello di riflettere sulle proprie azioni.