“Un test genomico da eseguire su pazienti affette da carcinoma invasivo della mammella, per capire se si può trarre beneficio dalla chemioterapia, in modo da non sottoporre il soggetto ad un trattamento invasivo dal quale non avrebbe vantaggio, mettendolo a rischio di effetti tossici.
L’impiego dei test genomici permette di individuare con maggiore precisione la possibilità di recidiva e rappresenta un prezioso supporto per la scelta della terapia più efficace. E’ l’ultima frontiera della medicina che si occupa del trattamento del tumore al seno.
Il Decreto Ministeriale 18 maggio 2021 ne definisce le modalità organizzative per l’erogazione e stabilisce per le Marche un finanziamento di € 485.709,00: potranno essere sottoposte al test pazienti con carcinoma invasivo della mammella in stadio precoce che rispondono a specifiche caratteristiche. La richiesta dei test genomici, effettuati sul campione di tessuto tumorale asportato con resezione chirurgica, deve essere eseguita dallo specialista del centro multidisciplinare di senologia (breast unit) che ha in cura la paziente.
D’altro canto, evidenze scientifiche degli ultimi anni hanno dimostrato che il 70% dei carcinomi mammari andrebbero trattati preferibilmente con terapia ormonale; i test genomici rappresentano un valido ulteriore strumento per la decisione terapeutica e potrebbero comportare, nei prossimi anni, una riduzione dal 50 al 75% del ricorso alla chemioterapia.
Il Decreto di Maggio è stato iscritto in Gazzetta Ufficiale a luglio, ed è stato recepito con Delibera regionale a settembre. La prima rata di finanziamento, pari al 50%, è stata erogata a fine Novembre. Entro fine anno verranno comunicate le modalità di rendicontazione per l’utilizzo del fondo messo a disposizione dal Ministero.
I test potranno essere erogati, secondo le modalità e i criteri previsti dal Decreto, senza oneri a carico dei cittadini, indipendentemente dall’appartenenza di genere”, è la nota che arriva dalla segreteria dell’assessore regionale alla Sanità Filippo Saltamartini.
“Oltre a evitare sofferenze fisiche e psichiche – ha affermato l’Assessore – questo screening potrebbe alleggerire il carico anche economico del sistema sanitario, con meno farmaci e sale ospedaliere occupate inutilmente. Una donna su 9 – ha concluso- nel corso della vita sviluppa un cancro al seno.