Spesso vediamo anziani alla guida, ma quale sarebbe l’età in cui sarebbe meglio smettere? La risposta è inaspettata.
Avere una propria auto con cui spostarsi è per molti segno di indipendenza, così da non avere la necessità di dipendere da altri quando si ha qualche incombenza da gestire. Questo vale certamente per i ragazzi, che non vedono l’ora di prendere la patente per questo, ma anche per chi non è più giovanissimo, per questo è tutt’altro che raro vedere anziani alla guida.
Se ci si sente bene e non si hanno grandi problemi fisici in genere non si vede quale possa essere il motivo per smettere, indipendentemente dall’età. Del resto, quando si viene sottoposti alla visita per il rinnovo, prevista più frequentemente, si cerca di verificare il livello della vista, oltre a dover presentare certificazioni più precise se si soffre di qualche patologia. Ma c’è un momento in cui sarebbe consigliabile rinunciare per il bene di se stessi, oltre che per evitare di causare pericoli agli altri?
Anziani alla guida: c’è un momento in cui si dovrebbe smettere?
E’ certamente fondamentale che ogni persona abbia piena coscienza di sé, per questo dovrebbe provare a percepire se sia davvero in grado di potersi spostare in autonomia con la macchina, anche solo per un percorso breve. Questo dovrebbe valere a prescindere, anche se a scuola guida si ottiene il rinnovo senza troppa difficoltà.
A volte, però, si può non accettare il tempo che passa e di riflessi più rallentati, per questo ci si ostina a continuare a mettersi al volante, nonostante si tenda magari ad andare pianissimo, contribuendo così anche ad accrescere le code. E’ proprio per questo che può essere fondamentale l’apporto dei parenti più stretti, che dovrebbero fare capire a zii e genitori che questa non sia la mossa migliore.
In realtà. ci sarebbe un momento in cui sarebbe quasi naturale per gli anziani evitare di mettersi alla guida, se vogliono avere la garanzia di saper gestire al meglio ogni situazione (al di là degli obblighi di legge). A metterlo in evidenza è uno studio pubblicato sulla rivista ‘Neurology’, che ha coinvolto 238 persone con un’età media di 72 anni che guidavano almeno una volta a settimana. Per avere un quadro il più possibile attendibile, gli studiosi li hanno osservati per un arco di tempo piuttosto lungo, sei anni, in cui si è notato che chi aveva sviluppato un deterioramento cognitivo era più propenso a smettere di guidare rispetto a chi aveva mantenuto una normale funzione cognitiva. L’età non dovrebbe essere un fattore così preponderante. Non tutti, infatti, e questo vale al di là della patente, invecchiamo allo stesso modo.
L’ideale sarebbe quindi avere un rapporto franco e trasparente con il proprio medico di famiglia, che ha un’idea piuttosto precisa della situazione del proprio paziente, così da indirizzarlo al meglio. Non può che essere determinante intuire se ci sia davvero un rischio, se possibile precocemente.
Non guidare più potrebbe però avere effetti su ogni persona che non dovremmo sottovalutare. Secondo quanto emerso, infatti, chi lo fa consapevolmente ha maggiori probabilità di sviluppare depressione e di isolarsi. I ricercatori sono convinti si possa cercare di supplire a questo attraverso una transizione graduale, interrompere del tutto in maniera brusca può portare a prendere coscienza di non essere più in salute, arrivando a causare problemi anche alla psiche di ognuno.