Con il nuovo anno arriverà anche un importante cambiamento nell’utilizzo delle bottiglie di plastica, al quale dovranno adeguarsi tutte le giunte regionali d’Italia
Continua l’impegno dell’Unione Europea per ridurre l’inquinamento derivante dai materiali plastici. Prima c’è stato l’obbligo per i produttori di cambiare la produzione per rendere i tappi non disperdibili nell’ambiente, ora si aggiunge una nuova direttiva, sempre verso l’impegno nel ridurre l’inquinamento. Un cambiamento che anche se non produrrà effetti pratici nel consumatore sarà invece epocale nella fabbricazione, nel riciclo e nello smaltimento finale della bottiglia.
Il riciclo della plastica in Italia, nel 2025, rappresenta una delle sfide industriali più rilevanti per la transizione verso un’economia realmente circolare. Nel 2024 sono aumentate sia la raccolta differenziata sia le quantità avviate al riciclo dei rifiuti degli imballaggi in plastica, arrivando al 51,1 per cento, che ha addirittura superato il target europeo del 50 per cento di media per nazione.
In Italia si ricicla ben l’85,6 per cento del totale dei rifiuti (tra urbani e speciali), a fronte di una media europea del 40,8 per cento. L’Italia primeggia anche per il tasso di utilizzo di materiali derivati dal riciclo sul totale dei materiali consumati. Di questi una grossa percentuale è costituita dalla plastica riciclata soprattutto di bottiglie di ogni forma e grandezza. Percentuali che, anche se molto diverse tra regione e regione e soprattutto tra regioni del Nord del Centro e del Sud Italia, rappresentano di gran lunga le migliori tra le altre nazioni europee.
Proprio per continuare a contribuire a un migliore impatto ambientale, nel rispetto di una misura voluta dall’Unione Europea, che ha imposto a tutti gli Stati membri di introdurre il vincolo nella propria normativa attraverso la più recente direttiva ambientale, dal 1 gennaio del nuovo anno, le bottiglie di plastica che si troveranno in commercio, presenteranno un’importante novità.
Dal 2026, nell’Unione Europea è entrato in vigore l’obbligo per le bottiglie di plastica di contenere almeno il 25% di materiale riciclato. Questa misura, prevista da una direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio, adottata il 5 giugno 2019, mira a ridurre l’impatto ambientale dei prodotti in plastica monouso e a promuovere un’economia circolare, una decisione che, inoltre, avrà un impatto notevole sull’intero settore degli imballaggi. L’Unione Europea ha fortemente voluto questo vincolo che, in parole povere, impone alle aziende produttrici che le bottiglie in PET debbano contenere almeno il 25% di plastica riciclata.
Una scelta che rappresenta il secondo cambiamento storico nella fabbricazione delle bottiglie dopo quello introdotto, tra lo scetticismo generale sull’effettiva utilità, qualche anno fa, di tenere agganciato il tappo di plastica alla bottiglia senza farlo disperdere nell’ambiente. La nuova direttiva prevede inoltre un ulteriore incremento entro il 2030, quando tutte le bottiglie per bevande dovranno contenere almeno il 30% di plastica riciclata. L’aumento dell’utilizzo della plastica riciclata nelle bottiglie in PET avrà poi un impatto diretto sulla riduzione della domanda di risorse fossili, che a sua volta ridurrà l’impronta di carbonio del settore produttivo.