Intervista esclusiva ad Andrea Giallombardo, ex terzino sinistro che ad Ascoli ha militato una quindicina d’anni fa. Con lui si è parlato delle prospettive della squadra bianconera per questa stagione e altro ancora
Non è iniziata nel migliore dei modi la stagione dell’Ascoli di William Viali. Dopo cinque giornate i bianconeri si trovano in 15/a posizione con soli 3 punti, frutto di quattro sconfitte e una sola vittoria. Un avvio balbettante forse dovuto ai cambiamenti profondi della rosa ascolana avvenuti in sede di mercato.
Per analizzare il momento del Picchio con uno sguardo nell’immediato futuro la redazione di ascoli.cityrumors.it ha intervistato un ex giocatore che ad Ascoli ha trascorso un segmento significativo della sua lunga carriera.
Stiamo parlando di Andrea Giallombardo, 43 anni, romano, terzino sinistro con trascorsi importanti in Serie A tra Livorno, Lazio e Messina. Giallombardo ha militato nell’Ascoli dall’estate del 2007 a gennaio 2011 e poi ancora da giugno 2012 a gennaio 2013.
Hai avuto problemi ad accettare una squadra di Serie B dopo aver disputato alcuni campionati in Serie A?
“Assolutamente no. Anzi, sono stato proprio io a volere andare ad Ascoli. La piazza mi piaceva molto, la società aveva costruito un organico con le carte in regola per tornare in Serie A. C’erano ottimi giocatori e tanti giovani che hanno fatto una carriera importante. Purtroppo però le annate sono imprevedibili e alla fine non abbiamo centrato i play off per una manciata di punti. La concorrenza poi era di grande qualità, era una A2“.
Che ricordi hai di quel periodo, avevi già avuto a che fare con l’ambiente ascolano?
“Il posto non mi era nuovo, d’estate andavo in vacanza da quelle parti e vidi anche qualche amichevole al Del Duca. Conoscevo bene Ascoli, ho dei ricordi molto belli e sono affezionato alla città, è una piazza del centro Italia ma sembra del sud per la passione e il calore che si respirano. Quello bianconero è un pubblico esigente, ma il calcio dovrebbe essere ovunque così”.
Sei riuscito a mantenere i contatti con qualcuno dei tuoi ex compagni?
“Sono passati tanti anni e nel calcio è difficile stringere amicizie profonde in grado di durare nel tempo. Ma di quel gruppo conservo ricordi molto belle e se mi capita di incontrare qualcuno di loro mi fa piacere”.
Che ne pensi dell’Ascoli di quest’anno? La partenza non è stata certo delle migliori…
“La Serie B è diventata un’incognita, è difficile stabilire dei parametri iniziali. Lo scorso anno il Sudtirol non era considerato ma ha rischiato di andare in Serie A. I risultati poi dipendono da tanti fattori: gli infortuni, il clima che si instaura nello spogliatoio, il rapporto tra squadra e tecnico. La società ha cambiato molto rispetto allo scorso anno ma c’è tutto il tempo per recuperare, la stagione è molto lunga“.
Hai smesso di giocare nel 2016, ti piacerebbe tornare nel mondo del calcio con un altro ruolo?
“Assolutamente no, ho preso il patentino per allenare i più giovani ma il sistema è cambiato in peggio. Anche a livello di dilettanti, le società pensano solo al numero degli iscritti ma non hanno interesse a formare i ragazzi sia a livello umano che tecnico. Nei posti che contano, dove serve competenza arrivano persone che di calcio sanno poco o niente. Gli ex calciatori sono emarginati, è tutto sbagliato”.
Un’ultima curiosità: il tuo ex compagno di squadra Andrea Soncin è stato scelto come commissario tecnico della Nazionale femminile. È la scelta giusta?
“Andrea è un ragazzo splendido, positivo per lo spogliatoio, professionista serio. E all’epoca è stato un grande giocatore per la categoria. E’ una bella sfida per lui, è un’avventura nuova. Capire le ragazze dal punto di vista caratteriale non è facile ma troverà le soluzioni giuste. Ha le carte in regola per fare molto bene”.