Ascolano di nascita e di origini, Riccardo Orsolini ha mosso i primi passi da calciatore tra le file bianconere. E prima di diventare una stella del calcio italiano ha deliziato i tifosi del Del Duca. Nell’estate del 2017 la sua cessione all’Atalanta, via Juventus, ha dato il via alla sua carriera da top player
Gli allenatori che lo hanno visto crescere nel settore giovanile dell’Ascoli, lo definivano un predestinato, un talento più unico che raro. E avevano pienamente ragione. Perchè Riccardo Orsolini è oggi uno degli attaccanti italiani più forti e ambiti dalle grandi di Serie A.
Da sei anni a questa parte è la stella del Bologna, l’elemento che a suon di gol e assist ha contribuito alla crescita della squadra felsinea. Per tutti gli allenatori alternatisi sulla panchina rossoblu Orsolini è stato intoccabile, il giocatore imprescindibile nella costruzione della squadra.
Ma non tutti sanno che nella crescita inarrestabile del ventiseienne attaccante mancino, sul quale l’estate scorsa club come Lazio, Napoli e Juventus hanno messo gli occhi a più riprese, l’Ascoli ha svolto un ruolo essenziale. Orsolini è entrato nelle giovanili bianconere asoli sette anni.
Dopo aver svolto l’intera trafila, dagli allievi regionali fino alla Primavera, il giovane Riccardo ha messo piede in prima squadra nella stagione 2015-2016, facendo il suo esordio in campo a marzo 2016, a diciannove anni appena compiuti. Da allora è stato tutto un crescendo inarrestabile.
In un’intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport, subito dopo la splendida tripletta realizzata nel match contro l’Empoli, Orsolini ha rivelato un curioso retroscena risalente proprio al periodo in cui giocava in Serie B ad Ascoli.
Fu in quella stagione che compagni di squadra e tifosi del Picchio gli affibbiarono il soprannome di ‘Orsonaldo’. Nessuno, dall’esterno, ha mai capito le ragioni di un nomignolo così ingombrante ma evidentemente meritato. A distanza di sette anni è lo stesso attaccante ascolano a spiegarne la genesi
“Mi chiamarono così proprio ad Ascoli, i miei compagni dell’epoca. Durante gli allenamenti calciavamo le punizioni dal limite partendo a gambe divaricate come faceva Cristiano Ronaldo e io riuscivo spesso a fare gol. Ed è così che è uscito fuori il nome Orsonaldo“.
Orsolini in realtà non si è mai avvicinato al livello del fuoriclasse portoghese, ma ad attenderlo c’è un segmento di carriera di alto livello. Luciano Spalletti è pronto a farne un punto fermo della sua Nazionale. Difficile dargli torto.