In una gara di seconda categoria all’improvviso e dopo un fallo è successo di tutto con persone in campo e fuori
Scene che purtroppo stanno diventando abituali. Anzi lo sono da parecchio tempo sui campi di calcio. Basta una parola sbagliata, un gesto o un’occhiataccia e non c’è arbitro o cartellini che tengano. E così è successo, tanto che sono volate parole grosse e poi spintoni e insulti e tutto è degenerato in un violenza esagerata. Questo è accaduto tra l’Aurora Jesi e l’Olimpia Falconara, gara di calcio di Seconda categoria giocata e valevole per la classifica, quindi gli animi erano già piuttosto accesi prima della gara. Ma in campo è successo di tutto e l’arbitro è stato costretto, suo malgrado, a sospendere la partita sul 2-1 alla fine del primo tempo a causa di una gigantesca rissa scoppiata sul campo.
La gara di suo prometteva tensione in campo per la posta in palio, ma nessuno si sarebbe mai immaginato che poteva scoppiare l’inferno. Lasciava immaginare scintille, di sicuro non con le forze dell’ordine che sono dovute intervenire in forza. non certo l’intervento delle forze dell’ordine. Gli animi si era talmente accesi che al doppio fischio dell’arbitro si è scatenato di tutto e di più. I giocatori dell’Aurora ce l’avevano con un avversario reo di aver colpito un giocatore con un pugno sulla schiena, mentre quelli dell’Olimpia dicevano che qualcuno aveva sputato a un loro giocatore. E da lì è partito il parapiglia.
In campo è successo di tutto: denunce e aggressioni
Ma non è finita in campo, bensì è successo di tutto anche nello spogliatoio. All’interno delle stanze sono volati calci, pugni e botte di ogni genere, tanto che due persone sono rimaste ferite: un calciatore 25enne dell’Aurora, che è andato a farsi curare al pronto soccorso con un problema alla testa testa e un labbro rotto, ma è stato anche ferito un dirigente di 54 anni dell’Olimpia ed è andato in ospedale per forti dolori al petto. Sul posto sono intervenuti i carabinieri.
Naturalmente ci sono accuse incrociate e reciproche anche e soprattutto nel post-partita. “In campo si può dire di tutto, ma la violenza fisica non può essere accettata – commenta Alessio Capomagi, direttore sportivo dell’Aurora Jesi -. Tuteleremo il nostro giocatore nelle sedi opportune“. Replica il dirigente Pergolini dell’Olimpia Falconara “Sono questioni che devono rimanere in campo ma gli avversari riflettano sul gesto offensivo del loro giocatore“.