Tiene banco in queste ore la vicenda che ha scosso l’intero calcio italiano, le dimissioni di Roberto Mancini dal ruolo di commissario tecnico della Nazionale. L’allenatore marchigiano ne rivela le ragioni
Un fulmine a ciel sereno che ha scosso dalle fondamenta l’intero calcio italiano. Nessuno avrebbe mai immaginato che in una calda mattinata di metà agosto il commissario tecnico della Nazionale italiana potesse annunciare le proprie dimissioni. E invece è accaduto.
Roberto Mancini ha inviato una PEC al presidente della Federcalcio Gabriele Gravina in cui ha comunicato il suo addio definitivo alla panchina azzurra. Un terremoto che ha lasciato senza parole l’intero vertice federale e aperto una crisi quasi senza precedenti.
A poche ore dall’accaduto, Roberto Mancini ha rilasciato un’intervista esclusiva al Corriere dello Sport necessaria a spiegare per filo e per segno le ragioni che lo hanno spinto a prendere una decisione così grave e importante per il nostro calcio.
In base ad alcune indiscrezioni diffuse dai principali organi di stampa, l’allenatore marchigiano avrebbe detto addio alla Nazionale italiana dopo aver ricevuto una super offerta dall’Arabia Saudita: 40 milioni in tre anni per guida la nazionale saudita.
Nazionale, Roberto Mancini si difende: “Nessun legame con l’Arabia”
“L’Arabia? Di offerte ne ho sempre avute e ne ho, perché faccio questo lavoro. Sono un allenatore e nel momento in cui mi capiterà la proposta che mi piace la accetterò. Il motivo per cui ho lasciato la Nazionale non è sicuramente questo, altrimenti lo avrei fatto prima”.
Con queste parole il Mancio ha replicato alle accuse piovutegli addosso in questi ultimi giorni. Il tecnico jesino ha poi provato a spiegare i reali motivi di questa decisione che ai più è apparsa clamorosa e inopportuna. Mancini ha svelato in tal senso retroscena inediti.
“Ho cercato più volte di parlare con Gravina ed esporgli le mie ragioni. Gli ho spiegato che in questi mesi mi doveva dare tranquillità, lui non l’ha fatto e io mi sono dimesso. Non si è mai visto un presidente federale che cambia lo staff di un commissario tecnico”.
Mancini rincara la dose contro il numero uno di Via Allegri: “Gravina voleva rivoluzionarlo già da un anno, io gli ho fatto capire che non poteva, che non poteva privarmi di due persone di un gruppo di lavoro che funzionava, che funziona e che ha vinto l’Europeo”.
Alla base della scelta di dimettersi sarebbero state dunque le incolmabili divergenze con il presidente della FIGC: “Spettava eventualmente a me sostituire un membro dello staff. La verità è che da un po’ di tempo Gravina pensava cose opposte alle mie”.