L’ente che si occupa di queste cose avrebbe dato il permesso, ma sta scoppiando la bufera perché c’è l’intervento dei carabinieri
Quando si mischiano politica, spettacolo, cultura e patrimoni del territorio, con richieste di permessi c’è sempre qualcuno che fa il passo più lungo della gamba e alla fine scoppia sempre una polemica. Ed è proprio quello che sta accadendo al Parco di Portonovo, e non poteva accadere altrimenti.
Ed è tutto quello che sta accedendo da qualche giorno a questa parte, anche perché per girare una delle scene più importanti e suggestive del nuovo film di Pierfrancesco Favino, che avesse come sfondo la bellissima Baia di Portonovo, è stato deciso di tagliare degli alberi che erano lì da tantissimi anni per realizzare un momentaneo campo di tennis. Apriti cielo anzi di più.
Nel cinema tutto è possibile, ma non nella vita reale, soprattutto se si vanno a scontrare con le realtà locali e zone che sono considerate delle vere e proprie bellezze, se poi ci si mette il fatto che si tratterebbe anche di aree protette, beh, allora il rischio che possa esplodere il putiferio è abbastanza chiaro e semplice. Anzi, scontato. E così è accaduto.
Alla fine per ricavare questo scenario per il film sono stati tagliati ventitré lecci, arbusti tipici della zona, ma soprattutto della flora mediterranea che sono collocati in un posto ben preciso della Baia di Portonovo che è conosciuto da tutti col nome Le terrazze. Un posto meraviglioso dove c’è una splendida immagine di tutta la zona che dà sul mare e dove si possono avere anche delle temperature fresche e rilassanti d’estati.
“I permessi c’erano”, ma ecco i Carabinieri
A dare il via libera a questa situazione è stato l’Ente Parco che ha l’ultima parola su quelo che si può fare o meno, anche se si tratta di aree protette, ma la procedura per poter realizzare le scene, ovvero una piattaforma per i campi da tennis al posto degli alberi, è stata regolare anzi, senza alcun tipo di ostacolo o intoppo burocratico, più veloce della luce per certi versi.
E questo, da un certo punto di vista ha fatto arrabbiare ancora di più. Ed è scoppiato il finimondo, soprattutto tra gli ambientalisti che hanno alzato un vero polverone. Il sindaco di Ancona Daniele Silvetti e l’Ente del Parco hanno tentato di correre ai riparti, cercando di giustificare la situazione che si era venuto a creare, sottolineando che il “territorio va promosso“, anche se allo stesso tempo devono essere tutelate e rispettate tutte le varie restrizioni che ci sono”.
Il presidente del Parco del Conero, Luigi Conte, al Resto del Carlino, prova a gettare acqua sul fuoco e tenta di rendere le cose più serene: “Tutto sarà ripristinato dalla produzione del film così come prescritto dall’Ente Parco, e anzi per questa zona era stata già stabilita un’implementazione della manutenzione. E’ stata la produzione del film a chiederci il taglio di 28 elementi“.
Si diceva che quegli alberi, i lecci fossero secchi, ma i carabinieri forestali, stanno facendo dei rilevamenti considerando come era prima e come è adesso, a breve si saprà la situazione, ma si rischia che ci possa essere ancora più bufera di prima.