L’Arengo ha finalmente avviato i lavori di ristrutturazione di uno dei palazzi storici della cittadina delle Marche quando nel sottosuolo sono stati rinvenuti antichi manufatti
La giunta comunale di Ascoli Piceno ha avviato l’iter per un progetto di riqualificazione di alcuni dei più bei palazzi e residenze storiche del centro città. Luoghi che una volta restaurati verranno restituiti a nuova vita a questi edifici e permetteranno di raccontare. a chiunque volesse poi visitarle la storia della città.
Forse il più importante tra questi è Palazzo Saladini Pilastri, acquisito dall’Arengo e destinato ad accogliere nuove rilevanti funzioni per la rivitalizzazione della città. L’amministrazione comunale infatti, in accordo con il sindaco Fioravanti, ha finalmente aggiudicato l’appalto esecutivo dei lavori per 18 milioni di euro a un consorzio che riunisce due delle più importanti imprese edili ascolane. La ristrutturazione di questa antica dimora risulterà alla fine essere la più importante opera pubblica di riqualificazione degli ultimi anni.
Una importante riqualificazione
Una delle meraviglie di Ascoli Piceno. Una residenza nobiliare posta lungo l’asse viario di corso Mazzini, Palazzo Saladini Pilastri si distingue per la sua poderosa facciata composta da bianchi blocchi di travertino levigati e allo stesso tempo mostra ancora, in alcune parti, l’aspetto originario che doveva avere nel XVI secolo. Al suo interno è custodito un meraviglioso giardino a cui si accede da uno dei portali e si spinge fino alla sponda del Fiume Tronto che scorre più in basso. Ora questo gioiello è in fase di ristrutturazione grazie a un importante investimento del Comune della cittadina ducale per riportarlo all’antico splendore e donarlo così in tutta la sua maestosa bellezza ai cittadini e ai tanti turisti che arrivano per visitarlo. Ma questo palazzo nobiliare aveva in serbo un’ulteriore sorpresa, anzi più di una, che i lavori di ristrutturazione hanno riportato alla luce.
Manufatti importanti
Un pavimento del ‘500 perfettamente conservato, ma anche teschi umani con delle frecce nascosti in un armadio a muro che potrebbero risalire all’epoca romana e numerose altre strutture di rilevanza archeologica. Questo il tesoro nascosto nell’edificio che, per seguire l’iter burocratico previsto in questi casi, ha visto la stessa Soprintendenza decidere che fosse opportuno procedere con l’affidamento di un ulteriore incarico per l’esecuzione di altri scavi necessari per la definizione, pulizia e documentazione delle “emergenze strutturali e stratigrafiche individuate”. Infatti durante i primi interventi di riqualificazione sono state rinvenute diverse strutture romane e cinquecentesche da salvaguardare, oltre a dipinti degni di attenzione sotto gli strati superficiali e anche passaggi per l’accesso a nuovi spazi rimasti fino a quel momento inaccessibili all’interno dell’imponente complesso.