Il maltempo degli scorsi mesi nelle Marche ha causato problemi ai vitigni e il risultato è il calo della produzione del vino.
C’è di mezzo il cambiamento climatico, e non solo, nel calo della produzione del vino che si preannuncia per l’annata 2023 nelle Marche e in tutto il resto d’Italia. Il settore agroalimentare ha subito molti danni e pure nella produzione del vino ci sarà un deciso abbassamento delle quantità. Il calo si evidenzia in molte regioni oltre alle Marche: parte del Piemonte, Friuli Venezia Giulia, in parte della Liguria, in Toscana e in Emilia Romagna, in Umbria.
E poi ancora in Abruzzo, in Campania, in Molise, in Basilicata, in Calabria, in Puglia e in Sicilia. Da segnalare le regioni in cui si è vista una controtendenza. Cioè stiamo parlando di Lombardia, del Trentino Alto Adige e del Veneto, dove nella prima parte del 2023 si registra circa il 5% in più delle vendite di prodotti alimentari rispetto al 2022.
Le cause del calo della produzione del vino
“In un contesto così complesso, – afferma il presidente della Federazione Vino di Confagricoltura, Federico Castellucci – i viticoltori italiani hanno fatto tutto il possibile, ma sono stati messi a dura prova per contrastare le fitopatie acuite dal clima bizzarro”. Per chi fa viticoltura biologica, in alcune zone si prospetta addirittura una vendemmia più che dimezzata in termini di quantità.
La Cia Agricoltori della provincia di Ascoli Piceno stima per quest’anno diminuzioni dal 40% e fino a quasi l’80% tra gli impianti biologici. Sicuramente il clima pazzo ha le sue responsabilità, dato che i danni del maltempo non hanno permesso ai viticoltori di occuparsi tempestivamente dei filari. “Molte lavorazioni – sottolinea Castellucci – non hanno potuto essere effettuate perché le condizioni climatiche hanno impedito l’accesso ai terreni”.
Ma come spiega Matteo Carboni, presidente della Cia provinciale di Ascoli, Fermo e Macerata, il problema è dato anche dalla forte umidità notturna che ha portato ad una forte diffusione della peronospora nei vigneti provocando un’importante perdita di produzione.
In particolare il problema della peronospora, favorita dalle abbondanti piogge di tarda primavera e inizio estate, riguarda l’intero territorio delle Marche. Tanto che tutti i vigneti marchigiani sono in qualche modo interessati dalla malattia fungina. Ma l’Italia non è la sola ad affrontare questo problema: anche i viticoltori francesi sono alle prese con la malattia che attacca in particolare le varietà più sensibili.
Secondo la Cia servono interventi di ristoro per le aziende del territorio da parte delle istituzioni e strumenti che possano sostenere gli agricoltori a migliorare le condizioni di lavoro di un settore sempre più messo in ginocchio dagli effetti dei cambiamenti climatici.