Citrobacter, 3 nuovi casi accertati in ospedale: di cosa si tratta, sintomi e cura

In un ospedale di Verona sono stati identificati tre casi di Citrobacter. Sono state già messe in pratica delle azioni precauzionali.

L’ambiente ospedaliero rappresenta un terreno fertile per le infezioni. Rispetto al passato, i protocolli sono diventati molto più efficienti. L’obiettivo è quello di ridurre al minimo la presenza di batteri dannosi. Purtroppo, non sempre si riesce nell’intento. Di recente, all’ospedale Borgo Trento di Verona sono stati registrati tre casi di Citrobacter.

Registrati 3 nuovi casi di Citrobacter
Sono stati registrati tre nuovi casi di Citrobacter – ascoli.cityrumors.it

La scoperta è avvenuta attraverso uno screening effettuato sui neonati. Si tratta di un evento molto preoccupante. L’azienda ha deciso di prendere delle precauzioni per evitare che il contagio si trasformi in una vera e propria emergenza. Non è la prima volta, infatti, che la struttura ha a che fare con questo terribile batterio. In alcuni casi, può essere anche fatale.

Allarme Citrobacter a Verona: l’ospedale torna a tremare

Gli esperti, al giorno d’oggi, non fanno che parlare della pericolosità di alcuni batteri. Ci sono casi in cui non basta un semplice antibiotico per combattere l’infezione. La situazione diventa altamente preoccupante quando le vittime sono i bambini. Nel reparto maternità dell’ospedale Borgo Treno di Verona, è stato individuato il Citrobacter in tre neonati.

Allarme Citrobacter a Verona
Nell’ospedale Borgo Treno di Verona è tornato il Citrobacter: scatta l’allarme – ascoli.cityrumors.it

Questo patogeno non deve essere sottovalutato perché, a causa della sua gravità, può portare anche alla morte. Il contagio può avvenire in modi diversi. Solitamente, però, è il contatto con i sanitari o con le superfici contaminate a scatenare la malattia. Tra i sintomi caratteristici è possibile trovare: febbre alta, convulsioni, letargia e difficoltà respiratorie.

Le complicazioni più gravi riguardano il sistema nervoso. Una diffusione dell’infezione può dare vita a meningiti, ascessi al cervello, encefaliti necrotizzanti ed epilessia. I neonati che riescono a guarire possono riportare serie conseguenze che li accompagneranno per tutta la vita. La terapia consiste nella somministrazione di alcuni antibiotici. Il batterio, tuttavia, è particolarmente resistente.

L’ospedale in questione, ancora in attesa di altri responsi, ha deciso di bloccare i ricoveri in terapia intensiva neonatale. L’azienda è in totale allerta perché, in passato, ebbe già a che fare con il Citrobacter. Purtroppo, in quella circostanza, portò alla morte di diversi neonati e alla comparsa di lesioni irreversibili.

Ercole Concia, direttore dell’Unità di malattie infettive dell’AOUI (Azienda ospedaliera universitaria integrata) si è espresso sull’argomento. Ritiene che l’unico modo per arginare la diffusione dell’infezione sia quello di mettere a soqquadro l’intero reparto perché, probabilmente, la fonte del contagio non è mai stata davvero trovata. I successivi risultati saranno decisivi per pianificare le prossime mosse.

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