La Procura, dopo aver ricevuto gli atti in merito a quanto accaduto sabato 28 ottobre, ha deciso di aprire un fascicolo per lesioni colpose gravissime: i dettagli
Le condizioni del bimbo di 2 anni, che sabato 28 ottobre intorno alle 22 è precipitato dal balcone di una palazzina sita nel quartiere di San Marone di Civitanova Marche, continuano ad essere critiche.
Il bambino è ricoverato presso l’ospedale Salesi di Ancona ed è il figlio di una coppia tunisina residente da qualche anno a Civitanova Marche. Il piccolo, secondo quanto ricostruito fino a questo momento, stava giocando sul balcone per poi cadere – da una distanza di circa 10 metri – giù.
L’impatto è stato rumoroso e una vicina – come riporta cronachemaceratesi.it – ha spiegato che la vicenda ha sconvolto un po’ tutti gli abitanti della palazzina. La donna, che ha preferito rimanere anonima, ha raccontato: “Ho sentito un tonfo, poi delle urla strazianti. Mi sono affacciata e all’inizio non vedevo nulla (erano le 22, ndr). Ho fatto luce con il cellulare e quando ho visto che si trattava di un bambino mi si è gelato il sangue, una scena che non potrà mai dimenticare”.
Civitanova Marche, bambino cade dal quarto piano: la decisione della Procura
Secondo quanto ricostruito fin qui, la caduta del bambino sarebbe stata attutita dai fili del bucato presente tra il secondo e il terzo piano. La madre, dopo aver sentito un rumore, si sarebbe precipitata di corsa all’esterno della palazzina e in un forte stato di shock avrebbe chiesto l’aiuto dei soccorsi.
Le sue condizioni, ricordiamo, continuano ad essere critiche e nelle ultime ore la Procura – che sta indagando sulla vicenda – ha deciso di aprire un fascicolo per lesioni colpose gravissime.
Gli inquirenti, come da prassi, interrogheranno i testimoni (i genitori e il piccolo, al momento dell’incidente, stavano trascorrendo la serata a casa di amici, ndr) per ricostruire nei minimi dettagli quello che è successo sabato 28 ottobre, si proverà a capire se ci siano eventuali responsabilità in merito a quanto accaduto.
