Il progetto mira a creare una rete tra le istituzioni e le associazioni nelle Marche per aiutare le donne vittime di violenza e maltrattamenti.
Nelle Marche è nato il primo protocollo regionale a livello nazionale che mira a dare un aiuto concreto alle donne che sono vittime di violenza e maltrattamenti. Il protocollo mette in rete istituzioni come Inps, Ambiti Territoriali Sociali (Ats), i sindaci dei cinque comuni capoluogo di provincia con i Centri Anti Violenza (Cav) e le Case Rifugio. Lo scopo è creare un canale di dialogo per poter meglio dare un sostegno alle donne che si trovano in necessità.
Per fermare la violenza sulle donne, o per lo meno per aiutarle nel momento in cui sono maggiormente fragili e hanno bisogno di risposte concrete da parte delle istituzioni, unire tutte le forze può essere molto utile nel fare la differenza. Lo scopo è dare la possibilità alle donne che hanno subito violenza o maltrattamenti in famiglia di poter uscire dalle situazioni critiche e permettere loro una rapida indipendenza.
Come funziona il protocollo regionale per le donne vittime di violenza
L’accordo di collaborazione tra Inps, Comuni Ats, Cav e Case Rifugio è stato siglato lo scorso 25 luglio. Il progetto ha l’obiettivo di permettere alle donne che hanno bisogno di aiuto di essere assistite con una consulenza mirata grazie al dialogo tra le istituzioni che sono coinvolte. Il meccanismo è semplice e vuole consentire alle donne di diventare presto autonome per poter tornare a vivere al più presto una vita serena lontano dalle situazioni critiche.
I Centri Anti Violenza e le case rifugio mettono in contatto le donne vittime di violenza con operatrici dell’Inps appositamente formate. Queste potranno con facilità individuare prestazioni e diritti previdenziali che le donne possono richiedere perché aventi i requisiti.
In questo modo possono rendersi indipendenti a livello economico, che è il primo passo da compiere per poter lasciarsi alle spalle la realtà fatta di violenza, spesso sessuale, e maltrattamenti, fisici, psicologici o economici.
Questa è una iniziativa concreta che potrà aiutare le donne vittime di abusi e violenza in famiglia a non essere le future vittime di femminicidio, un fenomeno attualissimo con numeri che di anno in anno non diminuiscono.
Per dare qualche numero: negli ultimi due anni sono state 34mila e 500 le donne che si sono rivolte ai vari Centri Anti Violenza in tutta Italia, il 61,6% delle quali con figli a cui dover provvedere. “Solo” il 29% sono donne straniere.