Un piccolo infortunio sul lavoro gli impediva di andare in servizio, ma nel frattempo giocava a calcio con la squadra che milita nel campionato di serie C2
Quella partita del campionato di calcio a 5 di Serie C2 non poteva perderla, il risultato era troppo importante, così quel gol segnato ha fatto subito il giro dei social. Peccato però che l’assistente della Polizia di Stato, in servizio alla squadra cinofila della Questura di Ancona, era in “malattia” e quindi era esentato dal lavoro a causa di un piccolo incidente al polso occorsogli mentre era in servizio. Un evidente contrasto con la possibilità di giocare a calcio, che poi è finito in tribunale.

Che il calcio sia parte integrante della cultura italiana è un dato di fatto. Lo giocano quasi tutti, in qualsiasi contesto. Ma quando si è assenti dal lavoro per malattia, la legge è molto chiara, è dovere del dipendente non ritardare la guarigione. Questo significa che chi è “coperto” da un certificato medico deve seguire tutte le prescrizioni terapeutiche per una corretta convalescenza, ivi compreso rinunciare all’attività fisica, se necessario.
Una partita irrinunciabile
Una storia molto controversa emersa in tutto il suo fragore, soltanto perchè il video è girato sui social ed è diventato di dominio pubblico. La storia risale a molti anni fa, ma soltanto oggi ha visto l’epilogo dopo il pronunciamento del Tar delle Marche. Era il dicembre del 2011, quando un poliziotto in servizio alla squadra cinofila della Questura di Ancona si infortuna sul lavoro cadendo a terra mentre sta andando in un magazzino a per prendere l’occorrente per l’addestramento del cane in sua gestione. Il referto dei medici è molto chiaro: trauma al polso sinistro con prognosi di 7 giorni.

Quindi una settimana di malattia dove l’uomo è ovviamente esentato dal recarsi sul posto di lavoro. Nel frattempo però il poliziotto, grande appassionato di calcio e militante nella squadra locale di calcio a 5, decide comunque di andare a disputare una gara di campionato di Serie C2, dove realizza anche un bellissimo gol. Soltanto che, come accade sempre in questi casi, un filmato lo immortala “nella prodezza” e il video fa il giro dei social arrivando ai suoi superiori, che aprono un procedimento disciplinare interno contestandogli il comportamento poco corretto.
La sentenza del tribunale
La vertenza interna ha il suo corso e il poliziotto viene condannato a una sanzione pecuniaria pari a 1/30 del suo stipendio. L’agente non accetta il verdetto e fa ricorso al Tar, perchè secondo lui la lesione alla mano gli impediva sicuramente di effettuare al meglio e in tutta sicurezza le sue mansioni con il cane, mentre a calcio si gioca con i piedi, non con le mani, e quindi non era impossibilitato a farlo.

La sentenza del Tar arrivata in questi giorni ha di fatto respinto il ricorso dell’agente confermando la pena inflittagli motivandola con ragioni di opportunità, soprattutto nei riguardi dell’immagine della stessa Polizia, provando soltanto a immaginare cosa sarebbe successo se l’agente, in malattia per il reparto, fosse incappato in un incidente ancora più serio giocando nel frattempo a calcio. “Un comportamento del genere “porta a facili strumentalizzazioni da parte dell’opinione pubblica”, che potrebbe pensare che l’amministrazione tolleri chi, in malattia, svolge attività sportive. I giudici non parlano di dolo né di malafede. Ma definiscono comunque l’agente “quantomeno leggero”, questa la motivazione che si legge nella sentenza emessa dal giudice regionale.





