Fugge dai domiciliari per inseguire la fidanzata e aggredirla, ventottenne arrestato e condannato per evasione e violenza privata
Era ai domiciliari dopo una condanna per rapina a mano armata, quando è fuggito da casa per inseguire la propria ragazza, picchiarla a sangue e gettarle addosso dell’alcol, per poi minacciarla con un accendino in mano di darle fuoco. Un’aggressione che è costato il secondo arresto a Mattia Romagnoli, un ventottenne originario di Macerata che era già stato processato per aver derubato lo scorso 29 agosto un benzinaio lungo la superstrada 77 (nella zona di Tolentino), armato di coltello e in compagnia di un suo complice. Questa volta la vittima è stata la fidanzata che, si pensa dopo una discussione, aveva lasciato la sua abitazione nel comune marchigiano, dove si trovava agli arresti domiciliari.
Stando alle ricostruzioni fornite dai media locali, l’aggressore ha lasciato la propria casa, noncurante dei limiti impostigli dalla legge, per andare dietro alla ragazza. Una volta raggiunta in macchina le ha aperto lo sportello e, violentemente, l’ha tirata fuori dalla vettura, prima di sbatterla a terra con veemenza. A quel punto l’ha colpita con una scarica di pugni e calci, sul viso e su tutto il resto del corpo, prima di spargere l’alcol e tirar fuori dalla tasca l’accendino con cui la conseguentemente minacciata.
L’arresto e la condanna
Per la ragazza la prognosi è di 30 giorni. Dopo l’aggressione è stata costretta a ricorrere alle cure dei medici, avendo evidenziato una rottura di un dente e del naso, spesso oggetto dei ripetuti colpi sferrati da Romagnoli, e diverse lesioni. Subite le botte e le minacce, la compagna sarebbe stata costretta a rientrare in casa insieme a lui. In auto con lei, secondo quanto giunge da Macerata, ci sarebbe stato anche il padre dell’aggressore. L’intervento della polizia ha permesso alla giovane vittima di sfuggire dal ventottenne, che al loro arrivo è stato arrestato per aver violato gli arresti domiciliari e soprattutto per l’aggressione successiva.
Nella giornata di domenica, presso il tribunale di Macerata, si è svolta l’udienza. L’arresto è stato convalidato. La giudice Francesca Preziosi ha deciso di aggravare la misura, disponendo la sua custodia cautelare in carcere. Durante il processo dalla bocca di Romagnoli non è uscita alcuna parola. L’indagato si è avvolto della facoltà di non rispondere. Le accuse riguardano i reati di evasione, lesioni personali e violenza privata. Questi si aggiungono alla precedente condanna per il furto alla pompa di benzina. Nelle ore che hanno susseguito la decisione del tribunale, Romagnoli è stato portato in carcere dove attualmente si trova.