Scoppia lo scandalo in un ospedale delle Marche: protagonista una dottoressa specializzata in fisiopatologia cardiocircolatoria
In un contesto sanitario già messo a dura prova da anni di emergenze e difficoltà, emerge una vicenda che scuote la comunità delle Marche.
Siamo all’ospedale Madonna del Soccorso di San Benedetto. Una dottoressa specializzata in fisiopatologia cardiocircolatoria e perfusione, dopo aver dedicato tre anni della sua vita professionale al servizio dei pazienti, si trova ad affrontare una realtà amara: il non rinnovo del suo contratto.
La dottoressa Sara Mennilli, questo il nome della professionista al centro della controversia, si è vista negare la proroga del contratto che scade il prossimo 31 agosto. Ciò accade nonostante le sue rinunce professionali passate, come quella di un incarico a tempo indeterminato presso l’ospedale Sant’Orsola Malpighi di Bologna, e nonostante l’indiscussa competenza acquisita nel campo della cardiologia riabilitativa. La sua esperienza è stata fondamentale per il reparto che gestisce circa 1.200 prestazioni all’anno tra pacemaker, defibrillatore e loop recorder.
Il primario di Cardiologia dell’ospedale Madonna del Soccorso, Prof. Maurizio Parato, esprime profondo rammarico per la situazione. Descrive la dottoressa Mennilli come una professionista eccellente che ha saputo rendere autonomo il controllo dei dispositivi cardiaci essenziali per molti pazienti. Il suo contributo è stato talmente significativo da renderla un punto di riferimento insostituibile all’interno dell’unità.
Il caso dell’ospedale di San Benedetto: si muovono i sindacati
La Cgil locale si è immediatamente mossa in difesa della dottoressa Mennilli denunciando come questa decisione sia sintomatica di una gestione poco lungimirante delle risorse umane nell’ambito sanitario regionale. Viola Rossi, segretaria provinciale Cgil sottolinea quanto sia dannoso privare il reparto cardiologico di una figura così preparata e competente.
Al centro dello scandalo vi è anche la questione relativa al piano delle stabilizzazioni promosso dalla regione Marche che sembra aver escluso ingiustamente alcuni professionisti meritevoli come la dottoressa Mennilli. Nonostante le assicurazioni ricevute sulle future stabilizzazioni lavorative durante i periodi più critici della pandemia COVID-19, ora molti si trovano a fare i conti con decisioni apparentemente arbitrarie che non tengono conto dell’esperienza maturata né degli enormi sacrificii personali fatti dai lavoratori sanitari.
Questa vicenda solleva interrogativi sulla gestione delle risorse umane nel settore sanitario pubblico italiano e sulla valorizzazione dei professionisti che hanno dimostrato impegno e dedizione nei confronti dei pazienti più fragili durante uno dei momentini più critici per la salute pubblica mondiale.