Una dura presa di posizione da parte del sindacato di polizia sulle nuove regole per la movida estiva. Cosa è accaduto.
La movida a San Benedetto del Tronto continua a far discutere. Dopo le anticipazioni delle nuove regole per l’estate 2025 da parte del sindaco Antonio Spazzafumo, arrivano le dichiarazioni molto dure del sindacato di polizia Sap.

Il Sindacato autonomo polizia (Sap) non è per niente soddisfatto del contenuto dell’ordinanza comunale sulla chiusura dei locali notturni. Le nuove norme sono ritenute fortemente insufficienti a garantire l’ordine pubblico.
Per questo motivo il sindacato ha pubblicato un comunicato infuocato, in cui esprime tutta la propria delusione e invita l’amministrazione comunale ad introdurre regole diverse. Di seguito tutti i dettagli.
San Benedetto, il Sap si sente preso in giro dalle nuove regole sulla movida
Non piacciono affatto al Sindacato autonomo polizia (Sap) le nuove regole sulla movida estiva previste dall’ordinanza comunale che il sindaco di San Benedetto, Antonio Spazzafumo, ha anticipato nei giorni scorsi in un incontro pubblico con i titolari dei locali e le associazioni di categoria.
Se da un lato gli esercenti si lamentano, pur accettando le nuove regole, perché vorrebbero più libertà in quanto San Benedetto è diventata la “riviera dei giovani“, dall’altro lato la polizia vorrebbe invece regole più stringenti e uno dei suoi sindacati più importanti lo dice senza mezzi termini.

“Non ci aspettavamo che le nostre richieste venissero accolte in pieno, ma non ci saremmo mai aspettati di essere presi in giro“, ha commentato Massimiliano D’Eramo, segretario provinciale di Ascoli del Sap. “La nuova ordinanza comunale che entrerà in vigore nei prossimi giorni è l’emblema di un approccio superficiale, inefficace e, quel che è peggio, provocatorio. Le discoteche chiuderanno alle 4.45 e i bar alle 2.45, 15 minuti prima rispetto allo scorso anno. Una misura che ha tutta l’apparenza del contentino simbolico, priva di logica e di reale impatto”.
Secondo il sindacato, la nuova ordinanza è una operazione “di facciata”, poiché anticipare la chiusura dei locali di un quarto d’ora non cambierà le cose. “Una simile scelta non solo è inutile, ma è offensiva per chi da mesi lancia appelli fondati, argomentati, responsabili – ha continuato D’Eramo -. Sarebbe stato più dignitoso mantenere gli orari dell’anno scorso, piuttosto che partorire un provvedimento che prende in giro l’intelligenza delle forze dell’ordine e dell’intera cittadinanza. Una presa in giro talmente evidente da risultare palese perfino agli occhi di un bambino”.
Parole molto dure, alle quali segue comunque la rassicurazione sull’impegno della polizia. “Noi continueremo a fare la nostra parte, e ci auguriamo sinceramente che non si verifichino episodi gravi – ha aggiunto il segretario provinciale -. Ma, nel caso accada, non ci si aspetti da noi il silenzio. Perché in quel momento, purtroppo, saremo costretti a dire ‘noi ve lo avevamo detto'”.
“Quando ci imbattiamo in soggetti ubriachi o alterati da sostanze psicotrope o stupefacenti, questi triplicano le proprie forze e anche per noi è difficile fermarli, e come sapete noi forze dell’ordine siamo sotto l’occhio del ciclone, e se facciamo un passettino in più di quello che dovremmo finiamo indagati, e oramai abbiamo paura ad intervenire e ad agire in tranquillità”, ha spiegato D’Eramo.
Il sindacato chiede “l’introduzione di regole chiare, non eccessivamente restrittive, che consentano una convivenza serena tra i cittadini, le forze dell’ordine, sempre in prima linea per garantire la sicurezza, e i giovani che, come tutti noi in passato, hanno il diritto di divertirsi. L’obiettivo è quello di favorire un equilibrio tra il rispetto delle regole, la sicurezza pubblica e il bisogno legittimo di socialità e svago, per una convivenza più armoniosa e senza conflitti”.