Sgominata una banda italo-albanese che operava soprattutto tra Sardegna, Liguria, Emilia Romagna, Marche e Abruzzo. Sono 40 le persone arrestate.
Con l’operazione ‘Family&fiends’ i carabinieri di Cagliari e di Quartu Sant’Elena, in provincia di Cagliari, hanno effettuato 40 arresti, di cui 23 ordinanze di custodia cautelare in carcere e 17 di arresti domiciliari, per associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di droga dopo le indagini dell’antimafia. Anche il territorio delle Marche è stato interessato da controlli delle forze dell’ordine.
Alla fine l’operazione ha portato al sequestro di oltre un chilo e 200 grammi tra hashish, marijuana, cocaina ed eroina, 140mila euro in contanti, un fucile a canne mozze e le 28 tartarughe protette scoperte, durante le perquisizioni, nel giardino della casa a Quartu Sant’Elena di uno dei tre capi dell’organizzazione.
Smantellato traffico di droga tra Italia, Albania e Spagna: sequestrati 660 chili di sostanze stupefacenti per una valore di oltre 8 milioni di euro
Sono stati oltre 300 i militari dell’Arma impegnati ad eseguire i quaranta provvedimenti cautelari, richiesti dalla Dda cagliaritana ed emessi dal gip presso il Tribunale di Cagliari, per associazione finalizzata al traffico anche internazionale di stupefacenti, nei confronti di un sodalizio italo/albanese operante prevalentemente in tali aree.
Gli arresti sono stati eseguiti in diverse città della penisola, tra Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Marche e Abruzzo. La banda era collegata ad altri gruppi criminali (di nazionalità spagnola e albanese), che erano in grado di assicurare approvvigionamenti di droga mediante un collaudato sistema di trasporto, basato su spedizioni internazionali e sulla collaborazione di insospettabili corrieri.
I corrieri venivano reclutati di volta in volta con il massimo riserbo sulla loro identità, che non veniva rivelata neppure ai destinatari. In questo modo si tutelavano e scongiuravano ogni possibile fuga di notizie, anche involontaria, tale da far rischiare una loro individuazione durante il trasporto.
Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, la cocaina sarebbe stata fornita al sodalizio da clan albanesi attivi nella penisola, mentre l’hashish sarebbe di provenienza iberica e giungeva in Sardegna attraverso pacchi postali ordinari.
I pacchi erano indirizzati a destinatari inesistenti, titolari di utenze cellulari fittizie riportate sugli stessi pacchi, che i corrieri, ignari chiamavano per poter effettuare la consegna della merce.
Va detto che il successo di questa articolata e complessa indagine che è durata diversi mesi, condotta sotto l’egida della DDA cagliaritana era sicuramente emersa già nella prima fase.
Come testimoniano l’arresto, in flagranza di reato, di 21 persone, in gran parte censite in banca dati per reati specifici. Si era già provveduto al sequestro complessivo di quasi 660 chili di sostanze stupefacenti per un controvalore quantificabile in 8 milioni di euro, se immesse sul mercato al dettaglio.