Hai sempre sbagliato a pronunciare queste parole (italiane): gli errori più gravi che bisogna evitare

Anche noi stessi italiani madrelingua sbagliamo la pronuncia di molte parole senza neanche saperlo: ecco quali sono gli errori principali 

L’italiano è una lingua complicata. Su questa asserzione siamo sicuramente d’accordo tutti a prescindere dal nostro grado di istruzione. Anche nel parlato quotidiano facciamo tanti errori, sia per via delle influenze dei nostri ricchi dialetti (che rimangono una peculiarità culturale tipica italiana), sia proprio per il fatto che parlare bene l’italiano non è facile ed è facile cadere in errore anche quando si è ben istruiti. Per questo è importante ogni tanto ripassare alcune regole di grammatica, a volte basta poco per correggersi.

Errori di italiano, quali sono le parole che si sbagliano di più
Errori di italiano – Ascoli Cityrumors.it

Le parole della lingua italiana si possono classificare in base al modo in cui sono accentate, ma non sempre il linguaggio più comune, quotidiano, ci insegna la giusta accentazione. In base alla posizione in cui viene posta l’enfasi della pronuncia, le parole si possono dividere in parole, tronche, piane, sdrucciole e bisdrucciole.

Le parole italiane piane spesso vengono confuse, ecco la giusta pronuncia per non cadere più in errore

Senza fare una lunga lezione di italiano, è possibile sintetizzare in questo modo semplice: le parole tronche sono quelle in cui l’accento viene riportato anche nella forma scritta, quando si aggiunge sull’ultima lettera della parola, per esempio: mercoledì o virtù. Le parole sdrucciole sono quando l’accento si pone sulla terzultima sillaba, per esempio: zùcchero, orìgine, casi in cui ovviamente nella forma scritta corretta non si segnala l’accento.

xErrori di italiano, quali sono le parole che si sbagliano di più
Errori di italiano, quali sono le parole che si sbagliano di più – Ascoli.cityrumors.it

E poi ci sono le parole piane (sono la maggior parte delle parole italiane), ovvero quando l’accento va sulla penultima sillaba, come per esempio giornàle, tazzìna. Anche in questo caso non troveremo mai l’accento nella forma scritta, si tratta di regole grammaticali che usiamo in automatico, senza pensarci, eppure a volte ci traggono in errore. Per fare qualche esempio su quelle che si sbagliano con maggiore frequenza:

  • Edile, in realtà si legge Edìle e non Èdile.
  • Devio si legge Dévio, non Devio.
  • Pudico si legge Pudìco, e non Pùdico.
  • Incavo è Incàvo e non ìncavo.
  • Persuadere invece è Persuadére, non Persuàdere.
  • Cosmopolita è Cosmopolìta e non Cosmopòlita

Sono tanti gli errori del genere che quotidianamente facciamo, quindi non preoccupatevi nel caso non conoscevate la giusta pronuncia, anche i più bravi sbagliano, l’importante è correggersi e magari aiutare anche gli altri nel farlo perché la maggior parte degli errori si fa proprio ascoltando altre persone che hanno sempre sbagliato la pronuncia.

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