Cambiano le regole per le piattaforme streaming: ecco la notizia importantissima che riguarda la pubblicità Netflix.
Pare proprio che ci siano delle notizie interessanti sull’argomento piattaforme streaming, cosi come riporta il report YouGov, ovvero la società di analisi e ricerca su streaming e pubblicità.
Partiamo dal presupposto che già da qualche tempo, le piattaforme quali Amazon, Netflix e Disney+ hanno deciso di introdurre dei pacchetti più economici di abbonamento con all’interno le inserzioni pubblicitarie. In questo modo, quello che succede ha due alternative: o si aumenta il costo della sottoscrizione per la versione “no adv” o si paga di meno ma con il rischio di avere interruzione pubblicitarie durante la fruizione del servizio.
Il report in questione ha condotto proprio questa indagine, cercando di scoprire che cosa, tra le due opzioni preferiscono gli italiani. Il risultato lascia davvero di stucco.
Piattaforme streaming e pubblicità: che cosa preferiscono gli italiani?
Come detto prima, YouGov ha portato avanti una analisi molto approfondita su quelle che sono le preferenze degli italiani in fatto di piattaforme streaming: cominciano dicendo che il 50% delle persone ha ammesso di utilizzare Amazon Prime Video, secondo posto per Netflix con il 48%, che rispetto alla precedente sembra essere una piattaforma maggiormente utilizzata dai giovani. Poi Rai Play con il 36% e subito dopo Disney+ che invece interessa il 23% delle persone.
Per quello che invece ha a che fare con le piattaforme musicali: quelle più utilizzate sono: Spotify con il 38% e Amazon Music con il 23%, solo in terza posizione troviamo YouTube Premium con solo il 7%.
Capito questo, sempre grazie al report è stato chiesto agli italiani quale sarebbe la loro reazione nel caso in cui uno dei servizi streaming utilizzati gli proponesse di scegliere tra pagare un prezzo superiore oppure avere delle interruzioni pubblicitarie durante la visione dei contenuti.
Ebbene il risultato ha dell’incredibile, poiché la maggior parte delle persone preferirebbe avere le interruzioni pubblicitarie piuttosto che pagare una cifra maggiore rispetto a quella attuale. Ma non finisce qua, esiste anche un 26% di persone che si dichiara pronta a disdire l’abbonamento e un 16% che invece accetterebbe di pagare un canone maggiorato.
Alla stessa domanda posta per le piattaforme musicali e podcast, la risposta degli italiani riporta qualcosa di davvero molto simile: in linea di massima, la fascia di età più grande è meno incline ad accettare di pagare un abbonamento maggiorato di prezzo, mentre i giovani e giovanissimi sono decisamente più favorevoli a farlo.