Il racconto del conduttore Rai lascia il pubblico senza parole: la sua amara confessione è un colpo al cuore.
La Rai ha concluso la sua stagione televisiva rivelandosi un editore di qualità. Molti dei suoi programmi, nelle diverse fasce orarie, hanno conquistato punte di share rilevanti: da Viva Rai 2, andato in onda di prima mattina, a Stasera c’è Cattelan, gli ascolti hanno premiato la rete di stato e alcune scelte azzardate dell’attuale vertice. Nonostante la perdita di Amadeus, i direttori dell’azienda si apprestano ad affrontare il prossimo anno in modo positivo.
Gran parte del successo dei format Rai è dovuto alle prime serate come Ballando con le stelle e Tale e quale show, ma non vanno sottovalutati tutti i talk quotidiani che ogni giorno intrattengono il pubblico. In particolare, quelli del primo pomeriggio che tengono testa ad un format consolidato come Uomini e Donne. Questi hanno un vasto seguito, piacciono al pubblico, e sono realizzati con estrema competenza.
Fra essi spicca anche Ore 14 in onda su Rai 2 subito dopo il telegiornale, che tratta soprattutto temi di cronaca, mettendo in prima pagina i fatti del giorno. Il conduttore che ha portato al successo il programma è Milo Infante, volto Rai da diversi anni. Di recente, il giornalista ha rilasciato un’interessante intervista a Il Corriere della Sera, in cui ha rivelato di non ricevere abbastanza considerazione dai vertici di rete nonostante gli eccellenti risultati conseguiti: “Siamo il programma più inosservato nella storia della tv. Mai visto un comunicato sugli ascolti record, mai stati citati in una conferenza stampa”.
Milo Infante: “Qualcuno dice che sono ossessionato…”, il conduttore senza freni
Il conduttore di Ore 14, nell’intervista, ha parlato anche della sua battaglia per non far spegnere i riflettori sul giallo di Denise Pipitone, la bambina scomparsa da Mazzara del Vallo nel 2004: “Qualcuno dice che sono ossessionato da quel caso, ma per me è un dovere arrivare alla verità e fare qualcosa per avere giustizia”.
Infante ha specificato di non riuscire a lasciarsi alle spalle alcune vicende: “Io provo dolore per i suoi genitori, come per tutti i familiari delle vittime. Invidio i colleghi che scrivono il pezzo e passano ad altro”. Per questo suo impegno, tuttavia, è stato querelato dal PM di Marsala: “Ha chiesto l’archiviazione, ma il Gip ha disposto l’imputazione coatta – ha spiegato -. Andrò a processo in nome della libertà di stampa”. Il giornalista continuerà a parlare di Denise, a fare ciò che è in suo potere per ritrovarla e aiutare la sua famiglia.