Silvio Berlusconi aveva una passione segreta di cui erano a conoscenze pochissime persone: alla fine era diventata un’ossessione.
Silvio Berlusconi è stato un uomo di grandi passioni: il cavaliere ha sempre seguito, anima e corpo, tutti i suoi desideri, a prescindere da quanto fosse a volte sconveniente abbandonarsi ad essi. Nel caso dell’ultima ossessione della sua vita fortunatamente di sconveniente c’è ben poco.
Sembra infatti che negli ultimi anni il Cavaliere avesse sviluppato una vera ossessione per le vendite televisive che vengono mandate in onda su canali specializzati. Da sempre fine conoscitore e appassionato d’arte, in gioventù Berlusconi aveva sempre fatto acquisti anche molto prestigiosi ma molto mirati, rivolgendosi direttamente a gallerie e critici d’arte dal grande nome.
Successivamente, però, la passione per l’acquisto di opere d’arte gli è sfuggita di mano e diversi venditori d’arte cominciarono a ricevere telefonate a cui credere era davvero difficile. Lo racconta Alessandro Orlando, venditore di Telemarket: “A uno dei miei centralinisti arriva la chiamata di un signore che dice “Sono Berlusconi, offro 50mila [euro]”. Lui rispose “E io sono Napoleone” e riagganciò” riporta Il Post.
Era il 2018 e in quello stesso periodo furono diversi i venditori televisivi di opere d’arte che vennero raggiunti ripetutamente dalle telefonate di Silvio Berlusconi. Un’esperienza simile è quella di Giuseppe Di Gregorio, titolare della galleria Newarte: anche lui come il centralinista di Orlando buttò giù dopo che un cortese signore si presentò con il nome di Berlusconi.
In entrambi i casi, però, il Cavaliere la prese molto sportivamente e non si arrese: si attaccò al telefono, convinse i suoi interlocutori di essere proprio l’ex Presidente del Consiglio e stabilì con loro un rapporto strettissimo, di grande confidenza. Telemarket e Newarte arrivarono a vendere a Berlusconi migliaia tra quadri e altri oggetti d’arte nel giro di pochi anni. Solo Di Gregorio, ad esempio, ha rivelato di aver venduto a Berlusconi oltre 5.000 quadri.
La collezione di Berlusconi che i figli non vogliono
Almeno all’apparenza il Cavaliere aveva tutta l’intenzione di costruire una grande collezione personale che avrebbe potuto diventare un prezioso lascito per i suoi figli. Il problema – come sapevano benissimo coloro che gli vendevano le varie opere – è che i quadri che Berlusconi acquistava non avevano alcun valore artistico. In media il Cavaliere spendeva 800 Euro per ogni opera: a qual prezzo non si acquista nulla che valga la pena di essere ricordato.
L’enorme collezione di Berlusconi, che negli anni continuava ad accrescersi, venne stipata in un gigantesco magazzino vicino Monza che, si scopre oggi, costa alla famiglia 800.000 Euro l’anno. Come se non bastasse, pare che il magazzino sia anche stato infestato dai tarli e che quindi l’integrità strutturale delle opere che contiene sia in pericolo.
Si erano addirittura sparse le voci di un grande falò appiccato per ordine dei figli del Cavaliere, che in questo modo avevano deciso di liberarsi di una parte consistente della collezione. Le voci furono poi smentite e Piersilvio Berlusconi ha annunciato che la collezione sarà divisa tra i figli e quanto non reclamato da nessuno di loro troverà una collocazione diversa e più opportuna.
Il commento più geniale a tutta questa storia è stato fatto da Vittorio Sgarbi, il quale in più di un’occasione aveva tentato di dissuadere il Cavaliere da comprare croste senza valore, cominciando ad acquistare meno quadri ma di maggior valore. Il Cavaliere lo ignorò completamente e a Sgarbi non restò che commentare: “Credo che la sua quadreria fosse il sostituto dell’amore per le donne: non potendo più avere 24mila donne, o 24mila baci, aveva 24mila quadri”. La collezione del Cavaliere comprende appunto circa 24.000 quadri e si è stimato che possano avere il valore complessivo di circa 20 milioni di Euro.