Alle 22.58 di questa sera, 20 marzo, ci sarà l’equinozio, ovvero il momento in cui la linea d’ombra che divide la zona della Terra illuminata dal Sole da quella in cui è notte taglia contemporaneamente Polo Nord e Polo Sud ed entrerà ufficialmente la Primavera.
A differenza, infatti, di quanto si è sempre creduto, la Primavera non arriva il 21 marzo, ma il 20 e non è una novità di quest’anno: è dal 2007 che non succede e non succederà più fino al 2102.
Il motivo è la rotazione terrestre e il sistema di calendario gregoriano, introdotto da Gregorio XIII nel 1582 come correzione del calendario giuliano. La data convenzionalmente associata all’equinozio di primavera è il 21 marzo, che fu decisa nel Concilio di Nicea del 325 per calcolare la Pasqua cristiana e dalla quale partì l’ultima sistemazione del calendario gregoriano, che usiamo ancora oggi.
Ma tale sistemazione non è perfetta: il nostro calendario divide un anno in 365 giorni, cioè circa un quarto di giro in meno di quanti la Terra ne compia su se stessa durante una rivoluzione completa attorno al Sole. La rivoluzione però dura 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 49 secondi.
La soluzione sono gli anni bisestili. Tutti sanno che ogni 4 anni, aggiungiamo un giorno, il 29 febbraio. Ma quel giorno non basta per riallinearsi completamente. La regola è più complessa, ed è come segue:
– ogni 4 anni bisogna aggiungere un giorno – sono appunto gli anni bisestili;
– ma ogni 100 anni bisogna togliere un giorno: quindi il 2100 non sarà bisestile;
– in più ogni 400 bisogna riaggiugnere un giorno: ecco perché il 2000 è stato bisestile
Detto in altro modo, sono bisestili:
Il ritardo accumulato ogni anno fa sì che il momento dell’equinozio di primavera sia in un orario diverso rispetto al precedente e può così cadere in un giorno compreso tra il 19 ed il 21 marzo. Il riallineamento centenario del 2100 riporterà l’equinozio in linea. E permetterà al 21 marzo di riappropriarsi del suo ‘equinozio’ nel 2102.