Il professore ordinario di Pedagogia generale e sociale presso l’Università degli Studi di Macerata, Massimiliano Stramaglia, ha presentato il suo nuovo libro in cui si affronta il tema delle Persone Altamente Sensibili
Le Persone Altamente Sensibili (PAS) hanno la tendenza a reagire più delle altre persone agli stimoli come luci, suoni, odori, colori e materiali. Non si tratta di un disturbo psichico ma di un vero e proprio tratto del temperamento.
Il tema viene affrontato da Massimiliano Stramaglia, dottore di ricerca in Dinamiche formative e educazione alla politica e professore ordinario di Pedagogia generale e sociale presso l’Università degli Studi di Macerata, nel suo nuovo libro “Pedagogia e alta sensibilità: una nuova sfida per l’educazione”.
Il professore, come riportato da centropagina.it, ha spiegato che anche lui è una Persona Altamente Sensibile, per questo motivo il libro oltre ad essere frutto di studi e ricerche tiene in considerazione gli aspetti personali dello stesso autore.
PAS, Stramaglia: “L’alta sensibilità agli stimoli sensoriali è un tratto temperamentale che si riscontra nel 15-20% della popolazione mondiale”.
Il professor Stramaglia ha spiegato come il 15-20% della popolazione mondiale riscontra un’altra sensibilità agli stimoli sensoriali, si tratta di un tratto del temperamento equamente distribuito sia tra maschi che tra femmine.
Forniamo ulteriori dati: il 30% degli altamente sensibili è estroverso, il restante 70% tende ad esserlo. Per quanto concerne i bambini altamente sensibili, quest’ultimi riescono a percepire in maniera minuziosa tutti i dettagli e possono avere anche delle problematiche del processo di socializzazione.
Stramaglia, alla domanda relativa al comportamento delle famiglie e delle scuole nei confronti dei bambini altamente sensibili, risponde: “Questo tratto genetico non è diagnosticabile. È possibile sottoporsi ai test elaborati dalla pioniera degli studi sull’alta sensibilità, la dottoressa Elaine Aron, e sottoporre i bambini stessi a questi test. È meglio incrociare i dati nei casi ‘sospetti’, perché un altamente sensibile in famiglia indica che ce ne siano ancora altri da individuare. Non si tratta di una patologia, perciò occorre imparare a gestire il tratto e a non lasciarsi sopraffare dagli stimoli esterni”.
“A scuola metodologie – spiega Stramaglia – come la lezione frontale o il lavoro di gruppo si rivelano inadeguate per i bambini altamente sensibili, così come le interrogazioni non programmate o l’eventuale imprevedibilità del comportamento dell’insegnante. Gli insegnanti anaffettivi, inoltre, possono incidere negativamente sul rendimento scolastico di questi bambini”.
Per quanto concerne le strategie educative più efficaci ha, invece, spiegato: “Favorire un clima educativo cooperativo e non competitivo, adottare la personalizzazione e il learning by doing (imparare con la pratica, ndr), prevenire le condotte di prevaricazione fra pari in classe, rispettare i tempi di apprendimento del bambino, ricordare che la porosità psichica di questi bambini è speciale e che possono avere reazioni emotive esagerate, che devono essere contenute in maniera comprensiva e non giudicante”.