Adesso tutti possono andare in pensione a 62 anni: basta rispettare questo requisito

Smettere di lavorare già a 62 anni ed iniziare a ricevere la pensione? Se ne sta parlando seriamente, ma c’è un requisito da rispettare.

Ad oggi tutti sanno che l’accesso al trattamento pensionistico ‘pieno’ è vincolato anche ad un requisito anagrafico, ovvero i 67 anni, con un minimo di 20 anni di contributi versati. Da tempo si discute, però, della possibilità di riformare il sistema pensionistico italiano allo scopo di superare la legge Fornero e fissare un’altra tipologia di requisito che vada incontro, nei limiti del possibile, ai futuri pensionati allo scopo di migliorare l’accesso alla prestazione senza che l’importo dell’assegno mensile ne risenta.

Tutti in pensione a 62 anni? I possibili requisiti
Il governo lavora ad una misura per ampliare la platea del pensionamento anticipato (ascoli.cityrumors.it)

A tal proposito, il piano che potrebbe prendere forma riguarda una misura molto specifica che terrebbe meno conto dell’età, puntando essenzialmente sul quantitativo di contributi versati. Scopriamo di che cosa si tratta.

Andare in pensione a 62 anni? Qual è il piano del governo e i requisiti da rispettare

Della misura in questione, fortemente voluta dalla Lega, si è discusso ampiamente negli ultimi mesi ed è stato anche creato un gruppo di lavoro ad hoc che ne verifichi la sostenibilità economica nel contesto del sistema pensionistico del Belpaese e delle risorse disponibili. L’idea è quella di valutare la possibilità di farla entrare in vigore a partire dal 2025, ma al momento non è possibile sapere con certezza se questo avverrà.

Come funziona Quota 41
Quota 41, i dettagli della proposta del sottosegretario del Lavoro Claudio Durigon (Foto Ansa – ascoli.cityrumors.it)

I riflettori, in ogni caso, sono puntati su di essa e le speranze di molti lavoratori è che ciò accada: stiamo parlando di Quota 41, una forma di pensionamento che ha come principale requisito i contributi versati, che dovranno per l’appunto ammontare a 41 anni.

Non si guarderebbe invece all’età anagrafica, pertanto si potrebbe smettere di lavorare, idealmente, anche a partire dai 60 anni. La proposta è stata fatta in questi giorni dal sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon delineando quelli che saranno i prossimi orientamenti dell’esecutivo a guida Meloni nel contesto della futura Legge di Bilancio da scrivere entro fine anno.

Se Quota 41 entrasse in vigore si andrebbe di fatto a superare Quota 103, che prevede 41 anni di contributi ma anche un’età minima di 62 anni per poter accedere alla pensione. Eliminando il requisito anagrafico, chi ha cominciato a versare contributi molto presto potrebbe sfruttare la nuova misura, rimuovendo completamente la barriera anagrafica, ad una maggiore flessibilità nell’accesso al trattamento pensionistico.

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