Ancora licenziamenti: un’altra multinazionale manda a casa i lavoratori

Crisi aziendali senza fine: nuovi licenziamenti da un’altra multinazionale. Cosa sta accadendo, gli ultimi sviluppi.

Non c’è pace per le crisi aziendali nelle Marche, diverse vertenze sindacali sono aperte per licenziamenti di lavoratori, con il caso più clamoroso esploso a fine novembre riguardo alla multinazionale turca degli elettrodomestici Beko, che aveva investito in Italia e nelle Marche appena qualche mese fa.

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Ancora licenziamenti: un’altra multinazionale manda a casa i lavoratori – Ascoli.cityrumors.it

Ora un’altra multinazionale da decenni attiva nelle Marche ha annunciato il licenziamento di altri lavoratori. Tecnicamente non si tratta di un vero e proprio licenziamento ma di un mancato rinnovo di contratti di lavoro precari. In ogni caso, diverse persone perderanno il lavoro.

La vicenda, di cui si parla già da qualche giorno, riguarda il colosso della farmaceutica Pfizer che ha uno stabilimento ad Ascoli Piceno dal 1972. Il taglio dei lavoratori era atteso ma quello che ha sorpreso i sindacati è stato l’insufficiente preavviso.

Licenziamenti da Pfizer, un’altra multinazionale, manda lavoratori a casa

Avevamo già accennato al caso dei mancati rinnovi dei contratti di lavoro di somministrazione alla Pfizer di Ascoli Piceno. Ora emergono ulteriori dettagli sulla vicenda. Sono 30 i lavoratori precari ad essere tagliati allo stabilimento ascolano del colosso farmaceutico. Le ragioni di questa decisione sono dovute a un calo generale della produzione, in particolare di quella del Paxlovid, il farmaco antivirale utilizzato per curare il Covid nei pazienti fragili. Il Paxlovid, infatti, viene prodotto nello stabilimento di Ascoli e dall’inizio della sua commercializzazione era stato molto richiesto. Con il venire meno dell’emergenza pandemica, la domanda del farmaco è calata e di conseguenza anche la produzione.

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Licenziamenti da Pfizer, un’altra multinazionale manda lavoratori a casa (Foto Ansa) – Ascoli.cityrumors.it

I 30 lavoratori della Pfizer di Ascoli che sono stati mandati a casa erano stati assunti con contratto di somministrazione di lavoro. Non assunti direttamente dalla multinazionale ma dall’agenzia di somministrazione di lavoro che poi li aveva mandati in missione alla Pfizer.

A seguito del calo nella produzione di farmaci, Pfizer ha deciso di non rinnovare i contratti di questi lavoratori, che a fine novembre hanno cessato la loro attività presso la multinazionale. Una decisione che non è arrivata a sorpresa, in quanto era stata già annunciata, ma quello che contestano i sindacati è l’assoluta inadeguatezza del preavviso. Appena due giorni. I lavoratori precari hanno ricevuto il 27 novembre scorso la comunicazione dell’interruzione del loro rapporto di lavoro con Pfizer per il 29 novembre, un venerdì.

“È ormai un anno che la Pfizer di Ascoli manda via a blocchi lavoratori e lavoratrici in somministrazione per far fronte al calo di produzione di Paxlovid e allo spostamento in Irlanda della produzione di Medrol (cortisone)”, denuncia la Cgil. La multinazionale, come tante altre aziende, utilizza i lavoratori precari per i periodi di incremento della produzione, per poi sacrificarli quando la produzione torna a scendere.

Le aziende si giustificano con il fatto che non si tratta di lavoratori a tempo indeterminato, e dunque tutelati. I sindacati, però, non ci stanno e contestano soprattutto le tempistiche.

“La crisi industriale del nostro territorio la pagano in maniera più pesante i lavoratori in somministrazione, che sono i più precari dentro l’azienda”, denuncia la coordinatrice del Nidil Cgil di Ascoli, Francesca Bollettini. “Essere precario è uno status che impatta la lavoratrice e il lavoratore non solo nella vita lavorativa ma gli rende difficilmente programmabile anche la vita privata. Lo dimostra con quanto poco preavviso i lavoratori della Pfizer si sono visti interrompere la missione”, conclude la sindacalista.

Neanche i lavoratori a tempo indeterminato, tuttavia, sono tranquilli. Pfizer, infatti, ha annunciato che farà risparmi a livello mondiale per circa un miliardo di dollari, a causa del calo delle richieste di farmaci. Questa decisione, pertanto, potrebbe avere un impatto anche su altri posti di lavoro, non solo precari.

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