Una recente sentenza della Corte Costituzionale potrebbe innescare piogge di soldi per i dipendenti pubblici che avevano fatto ricorso.
Siamo in un momento storico in cui i soldi, a fine mese, non bastano mai, e a quanto pare accade sia ai lavoratori dipendenti che a quelli pubblici. Questi ultimi, però, stanno cercando di ottenere una Giustizia pregressa, perché la sentenza della Corte emessa di recente si rifà a fatti accaduti addirittura nel 1989 e fino al 1991.
Il tema del contendere, per cui numerosi dipendenti pubblici hanno fatto causa negli ultimi decenni, è il valore (sembra non riconosciuto all’epoca) degli scatti di anzianità, più precisamente maturati tra il 1991 e il 1993. Ecco che cosa è stato deciso e a chi potrebbe arrivare un congruo risarcimento.
I dipendenti pubblici potrebbero vantare migliaia di euro, ecco perché
La Corte Costituzionale è recentemente intervenuta sulla questione degli scatti di anzianità dei dipendenti pubblici e dei relativi aumenti di stipendio. Il dibattere è in essere da molti anni a causa di alcuni fraintendimenti inerenti accordi stipulati all’epoca dei fatti, che risalgono addirittura alla fine degli anni ’80.
Non è nuova la notizia, dunque, almeno per quei dipendenti che allora si opposero al blocco degli scatti di anzianità e che durante questo lasso di tempo hanno intentato diverse cause.
Nel lontano 1989, infatti, con un accordo sindacale vennero definiti gli scatti di anzianità in favore dei lavoratori con almeno 5 anni di servizio (e superiori). Vennero definiti importi e requisiti, che all’epoca risultarono di cifre comprese tra le 300 mila lire e le 500 mila lire. Avrebbero avuto diritto a queste somme tutti i dipendenti pubblici che al 1 gennaio 1990 avevano maturato almeno 5 anni di esperienza lavorativa. Cifre maggiori vennero riconosciute a chi invece aveva maturato 10 e 20 anni.
Un decreto Legge emesso dal Governo Amato di allora, però, mescolò le carte in tavola, di fatto spostando di 3 anni l’accesso ai diritti sopra citati. Iniziarono le cause, che si sono protratte numerose nel corso degli anni.
La recente sentenza della Corte ha però stabilito che detto decreto fosse incostituzionale e si è espressa molto chiaramente, infatti ha ritenuto quanto segue:
che la loro richiesta a godere anche nel nuovo triennio degli scatti stipendiali rispetta a pieno il principio di eguaglianza e giustizia del sistema retributivo, violata invece dalla manovra finanziaria del 2001 per la parte che introduce “un’ingiustificata differenziazione retributiva” apportata ai danni di tutti i dipendenti pubblici che non hanno potuto valorizzare l’anzianità di servizio maturata tra il 1991 e il 1993.
Non si sa però se anche chi ha ottenuto parere favorevole potrà ricevere il denaro arretrato, anche perché i limiti di tempo per esigere i crediti di lavoro è di 5 anni, dunque un lasso di tempo già abbondantemente superato.