Molte persone potrebbero beneficiare, nel 2024, di un prezioso aumento di stipendio. Ma quali sono i requisiti richiesti per l’incremento?
La novità è stata definita nella Legge di Bilancio 2024 approvata sul finire dello scorso anno ed è preziosa perché va ad interessare in maniera diretta gli stipendi di moltissimi lavoratori. Si tratta di una misura pensata per avere una duplice finalità in quanto rappresenta da un lato un incentivo per il lavoratore stesso, accompagnato da un ricco ‘bonus’ in busta paga ma dall’altro consente di alleggerire il sistema pensionistico.
Vi sono pertanto una specifica serie di requisiti da rispettare per poter ottenere questo surplus mensile sullo stipendio, vediamo di che cosa si tratta.
Aumento in busta paga nel 2024, chi lo può ricevere? I requisiti da rispettare
Quando si fa riferimento a questo bonus bisogna tenere in considerazione il fatto che esso è strettamente legato a Quota 103 ovvero ad uno dei percorsi preferenziali per poter andare in pensione. Si tratta di una misura che era già disponibile ma che deve essere confermata e rinnovata a cadenza annuale e così è stato. Nello specifico essa permette di abbattere fortemente il cuneo fiscale tagliandolo fino al 10% e da questo intervento deriva un conseguente aumento dell’importo percepito mensilmente sotto forma di stipendio.
Chiaramente la misura non è per tutti: quello che da molti è noto come bonus Maroni è disponibile per chi ha i requisiti per andare in pensione con Quota 103, un modo per interrompere in anticipo l’attività lavorativa ed iniziare a percepire la pensione chiaramente con cedolino penalizzato e di importo ridotto. Ebbene chi decide di continuare a lavorare pur avendo i requisiti per il trattamento pensionistico con Quota 103 potrà beneficiare dell’aumento di stipendio conseguente al maxi taglio del cuneo fiscale. Lo prevede, nello specifico, il comma 140, articolo 1 dell’ultima legge di bilancio che va a prorogare anche per il 2024 l’accesso a questo incentivo. Al momento si attende però la circolare Inps che renda di fatto operativa la misura.
Chiaramente seguire questa strada porterà a rinunciare ad una parte della futura pensione. Occorre però sottolineare che la pensione anticipata con quota 103, a fronte del beneficio di non lavorare più porta con sé un duplice svantaggio. Il primo come dicevamo è il taglio dell’assegno dal momento che viene applicato un coefficiente di trasformazione più penalizzante ma anche di una ridotta contribuzione versata dal lavoratore. In secondo luogo l’assegno verrà calcolato unicamente con il sistema contributivo.