La TARI è l’acronimo di Tassa sui Rifiuti. Ecco una mini guida sui tempi di prescrizione e su come presentare ricorso contro l’avviso di pagamento.
La Tassa sui Rifiuti, comunemente nota come TARI, è un’imposta locale che incide su tutti i cittadini italiani e costituisce un elemento importante nella gestione dei rifiuti urbani. Facciamo attenzione ai tempi per presentare ricorso contro il pagamento di questa imposta. Ci sono delle novità.
La TARI è l’acronimo di Tassa sui Rifiuti, un’imposta locale che viene applicata ai cittadini per coprire i costi relativi alla raccolta, al trasporto, allo smaltimento e al recupero dei rifiuti urbani. È regolata da leggi nazionali e può variare da comune a comune in base alle specifiche disposizioni locali. La TARI viene calcolata in base a diversi fattori, tra cui la composizione del nucleo familiare, la tipologia e la quantità dei rifiuti prodotti e le tariffe stabilite dal comune di residenza.
Solitamente, viene emessa una bolletta annuale o semestrale che riporta l’importo dovuto. La TARI deve essere pagata da tutti i proprietari o gli affittuari di immobili, compresi i residenti e i titolari di attività commerciali. In alcuni casi, il pagamento può essere a carico del proprietario dell’immobile, mentre in altri dell’occupante effettivo.
Le scadenze per il versamento della TARI possono cambiare, ma solitamente avviene entro i primi mesi dell’anno. È possibile consultare il sito web del proprio comune o contattare gli uffici comunali per informazioni specifiche sulle scadenze e le modalità di pagamento disponibili.
TARI, prorogati i termini fiscali: cosa cambia
Il Decreto Legge n. 18/2020 ha introdotto importanti disposizioni riguardanti la proroga dei termini fiscali, al fine di mitigare gli impatti derivanti dalle difficoltà causate dalla pandemia di COVID-19. In particolare, l’articolo 67 dispone la sospensione dei termini di notifica degli avvisi di accertamento dall’8 marzo al 31 maggio 2020.
Ciò significa che quelli pendenti all’8 marzo 2020 sono prorogati di 85 giorni, fino al 31 maggio 2020. Prendendo ad esempio gli atti di accertamento esecutivi per omesso versamento degli anni 2015-2019, i termini risultano fissati al 26 marzo 2024. Per quanto riguarda l’attività di riscossione, l’articolo 68 del decreto dispone la sospensione di quest’ultima dall’8 marzo 2020 al 31 agosto 2021.
Tale disposizione richiama l’applicazione dell’articolo 12 comma 2 del D.lgs. n. 159/2015, il quale stabilisce che gli adempimenti e i versamenti tributari che scadono entro il 31 dicembre dell’anno, o degli anni durante i quali si verifica la sospensione, sono prorogati fino al 31 dicembre del secondo anno successivo alla fine del periodo della sospensione.
In sintesi, le misure previste dal Decreto Legge n. 18/2020 mirano a garantire una maggiore flessibilità e un sollievo temporaneo per i contribuenti, consentendo loro di far fronte alle sfide economiche provocate dalla pandemia e di gestire al meglio i loro obblighi fiscali.