Bonus edilizi e sequestri di immobili: binomio infelice ma che sembra andare di pari passo di questi tempi. vediamo cosa sta succedendo.
Prima sono arrivati i bonus edilizi di cui molti hanno usufruito per ristrutturare la propria abitazione. Ora, però, arrivano anche i sequestri da parte della Guardia di Finanza. A rischio parecchie famiglie italiane.
E dopo i bonus arrivano i sequestri. I bonus edilizi sono stati tra i più apprezzati dagli italiani e hanno permesso a tante famiglie di migliorare l’efficientamento energetico delle proprie abitazioni senza spendere nulla di tasca propria. Fino allo scorso anno era infatti possibile fruire dei bonus sotto forma di cessione del credito.
Tuttavia, a fronte di tanti cittadini onesti che hanno utilizzato queste agevolazioni nel modo corretto, ci sono stati i soliti “furbetti” che hanno provato a truffare lo Stato e ad intascarsi i soldi dei bonus senza averne diritto. La pacchia però è durata poco perché la Guardia di Finanza ha scoperto tutto e ora sta procedendo con i sequestri.
Case sequestrate dalla Guardia di Finanza: ecco cosa sta succedendo
Bonus edilizi finiti nell’occhio del mirino della Finanza. Tali bonus, infatti, hanno offerto un terreno molto fertile a chi voleva costruire truffe per incassare soldi pubblici senza averne diritto. E’ stato scoperchiato un vero e proprio “vaso di pandora”.
Il Governo di Giorgia Meloni ha riconfermato gran parte dei bonus edilizi messi in campo dai Governi precedenti. Fermare tutto di punto in bianco, infatti, avrebbe messo in crisi migliaia d’imprese oltreché milioni di famiglie. Ma alcuni di questi bonus hanno offerto ad alcuni soggetti l’occasione perfetta per intascare denaro indebitamente.
Sono due le agevolazioni finite nel mirino della Guardia di Finanza: l’ecobonus e il bonus facciate. Le indagini hanno portato a scoprire immobili fantasma, società inesistenti e beneficiari totalmente sconosciuti al Fisco. Il campanello d’allarme è scattato a Savona, in Liguria, ma in realtà sono emerse truffe di questo tipo in parecchie regioni d’Italia tra cui anche la Lombardia, il Piemonte, il Lazio, il veneto, la Toscana, l’Emilia Romagna e la Puglia.
In pratica, per ottenere la cessione dei crediti, sono stati indicati e fatturati dei lavori mai fatti: esistenti solo su carta ma mai iniziati concretamente. Non solo: alcuni non solo hanno generato crediti fittizi ma hanno, a loro volta, acquistato dei crediti per aumentare i propri guadagni illeciti.
Alcuni dei soggetti coinvolti in questo giro malavitoso, percepivano il Reddito di Cittadinanza. Altri, invece, avevano precedenti penali. Parte dei soggetti coinvolti aveva già proceduto con la compensazione indebita dei bonus: avevano, cioè, già ottenuto agevolazioni fiscali a cui non avrebbero avuto diritto. Altri, invece, avevano acquistato blocchi di crediti fittizi, per un valore nominale di centinaia di milioni di euro. L’attività di indagine ha portato il Gip ad accordare un decreto di sequestro preventivo.