Cessione del quinto dello stipendio, cosa succede al momento della pensione? A quanto pare arriva la conferma dall’INPS.
Mentre i più giovani sperano per il loro futuro pensionistico, molti lavoratori cercano di scegliere l’opzione a loro più conveniente per cessare definitivamente l’attività lavorativa e tutti si chiedono quali saranno le novità, sul tema, portate dai nuovi interventi del Governo, arrivano conferme dall’INPS sulla cessione del quinto.
Per chi non lo sapesse, la cessione del quinto dello stipendio è un metodo di estinzione di un prestito personale e consiste, di fatto, nel saldare il finanziamento richiesto attraverso una trattenuta dall’importo netto in busta paga, o dalla pensione, fino al massimo di una rata mensile di un quinto della cifra dello stipendio o della pensione.
Sorge però una domanda successiva, che sempre più persone hanno cominciato a farsi: cosa succede alla cessione del quinto dello stipendio quando si va in pensione? Di recente, tramite il messaggio 2830 del 2024, è stato direttamente l’INPS a fare chiarezza e a dare una risposta chiara a tutti i cittadini.
Cessione del quinto dello stipendio, ecco cosa succede quando si va in pensione: la conferma dell’INPS
Cosa succede se un lavoratore dipendente pubblico che privato va in pensione senza aver prima estinto il finanziamento ottenuto attraverso la cessione del quinto? La risposta è piuttosto intuitiva e viene nuovamente chiarita dall’INPS: l’importo non ancora saldato verrà direttamente scalato sulla pensione.
Con l’entrata in vigore di una nuova procedura, “Quote Quinto” (la gestione del piano di ammortamento residuo della cessione del quinto dello stipendio con quello della pensione), il passaggio delle cessioni del quinto dallo stipendio alla pensione sarà gestito in modo automatizzato. Questa nuova procedura telematica elimina il precedente obbligo di invio di tutta la documentazione cartacea necessaria all’INPS; le operazioni verranno ora effettuate tramite sistemi informatici ed il termine di conclusione del procedimento è fissato a 30 giorni.
Alcune pratiche resteranno però escluse da questo sistema automatizzato: ad esempio, come riporta il sito businessonline.it, tutte quelle cessioni che coinvolgono pensioni della gestione pubblica liquidate con i sistemi proprietari SIN o GPP. In questi casi particolari, sarà l’Inps a procedere manualmente al trasferimento delle rate residue sulla pensione, dopo aver acquisito la documentazione specifica dal datore di lavoro.