Ecco cosa succede avendo debiti con il Fisco: non si può mai stare tranquilli. Ora, a rischio c’è anche la pensione.
Avere debiti col Fisco non è mai una cosa positiva, soprattutto quando questi iniziano ad accumularsi e non c’è modo di risanarli. Sta succedendo sempre più spesso, in particolare negli ultimi anni, con le tasse che vedono il loro ammontare crescere e il caro vita che in generale si sta facendo via via più complicato da sostenere.
E se a ciò aggiungiamo gli interessi e le penali previste quando non si rispettano eventuali scadenze, ecco che lo scenario si fa ancora più grigio. Soprattutto per i cittadini e le famiglie maggiormente in difficoltà. Non c’è proprio tregua, tanto che chi ha debiti con il Fisco potrebbe vedersela con importanti problemi anche per quanto riguarda la pensione. Infatti, essa è a rischio in determinate situazioni: ecco quello che dovete sapere.
Debiti con il Fisco: quando è a rischio la pensione
Ci sono alcuni casi in cui il Fisco potrebbe pignorare anche la pensione. Bisogna, dunque, stare molto attenti a tutti i limiti da rispettare e alle condizioni previste dalla Legge, così da essere certi che la pena sia quella circoscritta nella Costituzione e che non stiate andando incontro ad un’ingiustizia.
Ogni procedura deve essere effettuata osservando i termini sanciti dall’articolo 545, 8° comma, del Codice di procedura civile. Qui viene spiegato che l’accredito della pensione può essere pignorato in determinate forme. Come per esempio le somme che sono sul conto e superano del triplo l’assegno sociale. Solo se l’accredito è avvenuto prima del pignoramento.
Qualora invece esso dovesse avere luogo lo stesso giorno o quello successivo il pignoramento, ecco che bisognerà tenere conto dei limiti indicati dall’articolo 545, 3°, 4°, 5° e 7° comma del codice di procedura civile. Il che vuol dire fino al massimo ad un quinto della parte che eccede l’assegno sociale.
Ma cosa succede, quindi, se questi termini vengono superati? Le tutele del debitore verranno affidate al giudice, innanzitutto. Che avrà il compito di dichiarare inefficaci i pignoramenti nella parte dove si oltrepassino i limiti indicati. E poi al debitore stesso, che potrà presentare opposizione e chiedere un risarcimento dei danni. Ma solo quando il rimedio viene messo in atto prima che l’esecuzione sia conclusa. Superato questo limite temporale, non potrà più in alcun modo agire.