Quando due coniugi sono separati, cosa succede nel caso di eredità? Attenzione, arriva la stangata amara per tutti.
L’eredità spetta lo stesso ai coniugi che si sono separati? Ecco cosa dice la legge in queste situazioni e quali sono le differenze tra separazione, separazione con addebito di colpa e divorzio.
Cosa succede quando si parla di eredità nel caso dei coniugi separati? Probabilmente in pochi se lo aspettavano, ma c’è una stangata amara che riguarda determinate situazioni. A chi spetta la successione se uno dei due interessati viene a mancare? Generalmente, in caso di morte, l’altro coniuge, assieme ai figli, viene considerato erede legittimo anche in assenza di testamento. Ma ci sono chiaramente delle condizioni specifiche: vediamo di cosa si tratta.
Separazione ed eredità: a chi spettano i beni con la morte del coniuge?
In linea di massima, il coniuge in vita eredita i beni del defunto, ma bisogna fare alcune differenze. La prima è che in comunione dei beni, ad esempio, un immobile è già per metà dell’altro coniuge, per cui al momento dell’eredità, in presenza di un figlio, la casa va divisa in questo modo: 3\4 al coniuge in vita e 1\4 al figlio. In caso di separazione dei beni, invece, la proprietà viene divisa esattamente al 50%.
Al superstite sono riservati i diritti di abitazione sulla casa familiare e l’uso di mobili che la corredano, se sono di proprietà del defunto o di entrambi. Se si tratta di separazione e divorzio, però, le cose sono diverse chiaramente. Nel caso di separazione con addebito di colpa, ovvero quando il giudice accerta che il matrimonio è finito per via di uno dei due partner – ad esempio per il tradimento -, il coniuge superstite non avrà alcun diritto alla successione, ma c’è un’eccezione.
Se il coniuge si trova in condizioni economiche disagiate può chiedere gli alimenti all’ex anche nel caso di addebito. Nel momento in cui, però, il coniuge dovesse morire, a quello in vita spetterebbe un assegno vitalizio. Il coniuge separato, in ogni caso, non avrà mai diritto a percepire il TFR di quello deceduto, con o senza colpa.
Nel caso di divorzio, invece, cessano gli effetti civili del matrimonio e tutti i diritti successori. Se il coniuge dovesse morire, dunque, l’ex non diventerebbe erede. Tuttavia, se il defunto stava versando un assegno divorzile, gli eredi dovranno continuare a farlo nei limiti dell’eredità percepita. Il coniuge divorziato ha anche il diritto a ricevere parte del TFR e la pensione di reversibilità, sempre se le sue condizioni economiche non sono ottimali e non si è risposato.