Conto cointestato, se uno dei coniugi preleva tutti i soldi deve rimborsare? Attenzione a questi casi

Quando un coniuge decide di prelevare tutti i fondi da un conto cointestato, deve rimborsare? Scopriamo cosa dice la legge.

Quando due cuori diventano uno e si mescolano nella danza dell’amore, spesso si fa un passo ulteriore e si condivide anche il conto corrente, il centro pulsante delle finanze coniugali. Tuttavia questo nido comune, che accoglie bollette e stipendi, può diventare un terreno fertile per tensioni inaspettate.

I dilemmi del conto cointestato tra coniugi
Tra amore e denaro: quando il coniuge preleva tutto, chi rimborsa? – ascoli.cityrumors.it

Quando l’armonia matrimoniale si incrina e il coro degli affetti si trasforma in dissonanze, uno dei partner potrebbe decidere di prelevare ingenti somme dal conto coniugato, magari solo per puro dispetto. Ma cosa succede quando il coniuge “melomane” svuota il pentagramma finanziario condiviso? È obbligato a un contrappunto di rimborso?

Il funzionamento del conto corrente cointestato

L’art. 1854 del codice civile regola la gestione dei conti correnti condivisi, stabilendo che in presenza di più intestatari con poteri indipendenti, la responsabilità sul saldo del conto è solidale. Quando il conto gode di un saldo positivo, ogni titolare può godere dell’intera somma. Al contrario, in caso di saldo negativo, la banca ha il diritto di richiedere a qualsiasi titolare di saldare il debito. Un intricato gioco di responsabilità finanziarie governato dalla legge.

 Le regole del rimborso nel conto comune
Gli intrighi del conto cointestato tra coniugi e le regole del rimborso – ascoli.cityrumors.it

Ogni titolare possiede la metà delle somme depositate, a meno che non si dimostri il contrario. La prova può basarsi su presunzioni gravi, precise e concordanti, secondo quanto stabilito dalla giurisprudenza. Ma quanto può prelevare ciascun coniuge dai fondi condivisi? La banca non tiene il conto degli importi prelevati da ciascun coniuge, il che significa che uno potrebbe sollevare somme superiori alla propria quota. In teoria, se uno supera il 50%, l’altro può chiedere un bis, chiedendo il rimborso dell’eccedenza.

Tuttavia, la trama si complica quando il coniuge svuota completamente il conto. La domanda sorge spontanea: è obbligato a una sorta di bis? La Corte di Cassazione, con la sua ultima ordinanza n. 28772/2023, sembra pensarla diversamente. L’articolo 143 del codice civile impone doveri di solidarietà familiare, costringendo entrambi i coniugi a contribuire ai bisogni della famiglia in proporzione alle loro risorse. Quindi, se il coniuge decide di “toccare le corde” finanziarie per sostenere spese necessarie alla famiglia, come il mantenimento della casa e dei figli, la Corte ritiene che non sia tenuto a una ripetizione dell’assolo. Tuttavia, se la situazione finanziaria viene distorta per spese personali e superflue, la partitura potrebbe richiedere una diversa armonizzazione.

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