È possibile effettuare la donazione della casa a un figlio senza pagare le tasse? Ogni dubbio può essere risolto attraverso la legge.
È più che naturale aiutarsi, anche a livello economico, tra familiari, consapevoli di come – quando c’è un bel rapporto tra le parti – venga spontaneo dare la propria disponibilità. Ormai da qualche tempo, però, si sottolinea spesso come i giovani di oggi (ma vale anche per gli under 40) fatichino a rendersi indipendenti, soprattutto perché raramente hanno contratti a tempo indeterminato, che consentono di pensare di stipulare un mutuo e avere così un luogo di proprietà dove rifugiarsi.
In casi simili si può quindi prendere in considerazione l’idea di effettuare la donazione della propria casa a un figlio, così da evitare che debba andare incontro a rifiuti quando vuole acquistare un immobile, ma anche per non dover sostenere le spese di successione una volta che i genitori non ci saranno più. Sapere come procedere può essere fondamentale, così da non avere problemi con la legge.
Donazione casa a un figlio: come è necessario procedere
Effettuare la donazione di una casa a un figlio può essere una cosa importante, a cui molti genitori tengono ritenendolo il regalo migliore da fare per garantirgli un futuro. In questo modo i ragazzi avranno certamente un posto dove poter andare a stare senza la necessità di dover pagare un finanziamento per anni.
Si tratta di un’operazione che deve essere eseguita, però, in modo regolamentare per non andare incontro a problemi. È innanzitutto indispensabile trovarsi davanti al notaio per siglare il tutto, alla presenza di due testimoni. Ma è possibile farlo senza dover pagare le tasse, così da alleggerire il procedimento in maniera ancora più evidente?
La risposta a tale domanda varia da caso a caso. Se l’immobile ha un valore inferiore a un milione di euro non è richiesto il saldo dell’imposta di donazione, pari al 4%, ma solo quella catastale (1% del valore dell’immobile), ipotecaria (2% del valore dell’immobile) e di bollo (64 euro per ogni ufficio provinciale).
Qualora invece il beneficiario voglia usufruire delle agevolazioni che vengono concesse per l’acquisto della prima casa, si devono tenere in considerazione le imposte ipotecarie e catastali, che sono fisse e pari a 200 euro. Nel caso in cui il valore dell’abitazione superi un milione di euro, l’imposta di donazione pari al 4% è dovuta: oltre alle altre sopra elencate, occorre versare un’imposta di registro pari a 200 euro.
Cosa sapere sulla spartizione dei beni
La situazione può essere parzialmente differente se si hanno più figli e si vuole effettuare la donazione della casa solo a uno. Non è detto che ciò avvenga perché lo si vuole favorire, ma magari gli altri possono essere già sposati e vivere in un’altra abitazione, per tale motivo potrebbero non averne bisogno.
Anche in questo caso è bene capire cosa prevede la legge per non sbagliare. Il coniuge, ma soprattutto i figli che sono stati estromessi, possono esercitare l’azione di riduzione, in sede di successione, qualora venisse lesa la loro quota legittima.
Insomma, è importante che tutti vengano opportunamente presi in considerazione quando si spartisce l’asse ereditario. Si può, quindi, invalidare la donazione se questi non hanno ottenuto quanto spetta loro alla morte del donante. Se lo si ritiene necessario, è possibile impugnare la decisione entro dieci giorni dall’apertura della successione.