Alzi la mano chi non vorrebbe 100 euro in più al mese in busta paga. Il nuovo bonus Irpef ammonta proprio a tale somma. Ecco i requisiti per accedervi.
In tempi di vacche magre – se non magrissime come quelli che stiamo vivendo – qualsiasi aiuto per arrotondare lo stipendio può fare una grande differenza a fine mese. E un incentivo da 100 euro mensili fa sicuramente gola a molti contribuenti. A tanto ammonta la versione riveduta e corretta del famoso bonus Renzi. Forse non lo sapete, ma potreste avere diritto a usufruirne. Ecco tutte le info utili al riguardo.
Il nuovo contributo Irpef da 100 euro, meglio noto come “bonus 100 euro” o “ex bonus Renzi”, è parte integrante delle retribuzioni di moltissimi lavoratori del Belpaese dall’ormai lontano 2020. Nel primo anno di introduzione era stato riconosciuto soltanto per sei mesi, ma dal 2021 è diventato “fisso” e negli anni successivi è stato sempre prorogato. La buona notizia è che è stato confermato anche per il 2024. Ma solo per alcune categorie di contribuenti.
Il nuovo bonus 100 euro dalla A alla Z
Nell’anno in corso il bonus Irpef spetta ai tutti quei lavoratori dipendenti che si collocano nella fascia di reddito tra i 8.174 e 15.000 euro. Ma anche a coloro che hanno un reddito compreso tra 15.000 e 28.000 euro, a patto che le detrazioni superino l’imposta dovuta. Un capitolo a parte meritano i contribuenti in regime forfettario.
C’è un requisito imprescindibile per l’accesso al bonus Irpef: percepire un reddito da lavoro dipendente o assimilati. Ragion per cui i titolari di partita IVA con redditi derivanti esclusivamente da lavoro autonomo non hanno diritto ai 100 euro extra.
Ma per i forfettari c’è comunque una possibilità: come chiarisce la circolare n. 29/E del 20 dicembre 2020, nel caso in cui il contribuente “titolare di redditi che consentono la fruizione del beneficio fiscale in argomento” generi redditi di lavoro autonomo in regime forfetario, “tali redditi devono essere considerati nella determinazione del reddito complessivo ai fini della verifica della spettanza del trattamento integrativo”.
Tradotto: i redditi prodotti dal titolare di partita IVA in regime forfettario in qualità di lavoratore autonomo devono essere sommati a quelli eventuali da lavoro dipendente percepiti dallo stesso, ai fini della determinazione del reddito complessivo e della verifica del diritto al bonus Irpef. Se le fasce di importo (vedi sopra) sono rispettate, l’integrazione è assicurata!