Pensioni: cosa cambia nel 2024 e quali saranno le differenze tra i dipendenti pubblici e privati, tutto ciò che devi sapere.
La pensione è una tappa che la maggior parte dei lavoratori raggiunge dopo aver accumulato diversi contributi. A seconda della propria situazione, il numero dei contributi può cambiare, tuttavia solitamente si riesce ad andare in pensione intorno ai sessant’anni.
Esistono inoltre delle formule che permettono di ottenere la pensione anche a chi non ha contributi sufficienti o a chi non ha lavorato, dunque è bene informarsi su tutte le varie possibilità. Dopo l’ultima legge di bilancio, i requisiti per andare in pensione sono cambiati diventando via via sempre meno flessibili, anche rispetto al 2023, le regole infatti sono rigide e si fa molto caso ai requisiti.
Pensioni 2024, cosa è successo dopo l’ultima legge di bilancio
Per quanto riguarda la pensione di vecchiaia i requisiti sono gli stessi, ovvero, aver compiuto 67 anni e aver maturato vent’anni di contributi. Tuttavia a cambiare è la soglia, che non sarà più di 1,5 volte l’assegno sociale, ma sarà preso in considerazione il valore dell’assegno stesso.
Per quanto riguarda la pensione anticipata ordinaria, il metodo è quello stabilito dalla legge Fornero, non sono state infatti apportate modifiche per i requisiti di uscita, ciò dipende anche dal fatto che non si è allungata la speranza di vita. Per quanto riguarda i dipendenti pubblici, in particolare gli statali ex INPDAP, subiranno un taglio delle pensioni, si tratta di una misura abbastanza controversa ma che tuttavia è stata approvata in legge di bilancio.
Tutti questi dipendenti che hanno versato fino a 15 anni di contributi prima del 1 gennaio 1996, otterranno una pensione più bassa delle aspettative. Chi andrà in pensione anticipata invece, avvalendosi della quota 103 subirà un taglio che però sarà applicato solo a chi ha maturato il diritto dal 1 gennaio 2024. Resta di tre mesi la finestra mobile mentre sale a quattro mesi nel 2025, a cinque nel 2026 e così via.
Il taglio si riferisce principalmente ai contribuenti antecedenti il 1 gennaio 1996, le aliquote che saranno applicate saranno sicuramente meno favorevoli delle precedenti. Il calcolo può subire delle variazioni rispetto alla gestione di appartenenza, infatti il discorso sarà diverso se si riferisce alla retribuzione o all’anzianità contributiva, tuttavia può variare da alcune centinaia a diverse migliaia di euro all’anno. Il personale sanitario avrà alcune agevolazioni, la penalizzazione infatti sarà ridotta 1/36 per ogni mese di posticipo del pensionamento.