L’INPS sta chiedendo il rimborso della Naspi ad alcuni utenti beneficiari: ecco chi è colpito da questa novità e che cosa fare subito.
La Naspi – Nuova assicurazione sociale per l’impiego è stata introdotta a maggio 2015 e ogni mese viene erogata a coloro che ne hanno diritto. È un supporto economico che arriva direttamente dallo Stato dedicato a coloro che si ritrovano in una condizione di disoccupazione.
È bene sottolineare che la Naspi non viene assegnata a chiunque, ma solo alle persone che hanno perso in maniera involontaria il proprio lavoro e che aveva un rapporto professionale subordinato. Tuttavia, la novità è che ora l’INPS può richiedere il rimborso della Naspi ai beneficiari quando questa risulta non dovuta. In genere, si parla di un rimborso totale, ma in alcuni casi potrebbe anche risultare parziale. A fare chiarezza sul tema è stata la Corte Costituzionale, rivelando quando il rimborso non è totale.
Rimborso Naspi non dovuta all’INPS: quando non è totale
L’INPS ha diritto di richiedere il rimborso della Naspi non dovuta in caso di doppia erogazione della somma per lo stesso periodo di disoccupazione: L’Istituto di previdenza sociale, inoltre, può agire anche nel caso in cui dovessero venire meno i requisiti per l’accesso alla misura, come ad esempio il fatto che viene meno lo stato di disoccupazione del beneficiario o che la perdita del lavoro non è involontaria. È importante quindi che la posizione venga chiarita e regolata.
Tuttavia, è importante sottolineare quanto è stato stabilito di recente dalla Corte Costituzionale mediante la sentenza n. 90 del 20 maggio 2024. È stato spiegato che la restituzione della Naspi dovrà essere proporzionata solo al periodo in cui il dipendente è stato impiegato al lavoro, in quanto solo in quel dato tempo si può considerare la sua disoccupazione priva di causa. Questo riguarda la fine del lavoro per motivi al di fuori del controllo del lavoratore, come un evento imprevisto o un disastro naturale.
Nel caso in cui l’INPS chiede il rimborso della NASPI non dovuta, il contribuente ha diverse opzioni: accettare i termini di restituzione; in seconda battuta può presentare una richiesta di chiarimenti e verificare la posizione; o decidere di presentare un ricorso amministrativo. In ogni caso, è bene sottolineare che l’INPS ha tempo solo fino a 5 anni per richiedere la somma indietro per la Naspi non dovuta. Alla fine di questo tempo, scatta automaticamente la prescrizione e quindi il beneficiario, anche se non aveva diritto a ricevere la somma di denaro mensile, potrà tenere i soldi senza doverli restituire indietro.