Sono sparite ben 400 imprese – non solo di costruzioni – soltanto ad Ascoli. La motivazione si può spiegare molto facilmente
Nel panorama economico ascolano un dato emerge con preoccupante chiarezza: la drastica diminuzione delle imprese attive nel settore delle costruzioni. Secondo gli ultimi dati forniti dalla Provincia di Ascoli nel Piano integrato attività e organizzazione (Piao), si registra una perdita netta di 428 aziende in questo comparto nell’arco degli ultimi dodici mesi.
Il contesto generale vede un totale di 19.180 imprese picene ancora in piedi, ma il bilancio dell’ultimo anno evidenzia una tendenza allarmante: ben 2.682 cancellazioni a fronte di solamente 1.012 nuove aperture registrate alla Camera di Commercio. Questa dinamica sottolinea come le chiusure abbiano superato più del doppio le nuove iscrizioni, delineando uno scenario economico difficile per il tessuto imprenditoriale locale.
Analizzando i dati per settori specifici, si nota come il commercio al dettaglio e all’ingrosso abbia subito il maggior numero di cancellazioni con ben 706 aziende che hanno cessato l’attività, seguito a ruota dal settore delle costruzioni con le già citate 428 chiusure. Nonostante ciò, il commercio rimane il comparto con il maggior numero di imprese attive (4.155), seguito dall’agricoltura, silvicoltura e pesca (3.214) e dalle costruzioni (2.515).
Il Superbonus fra i principali motivi per la chiusura delle imprese
La fine dell’effetto positivo generato dal Superbonus sembra aver lasciato un vuoto difficile da colmare nel settore delle costruzioni ascolano. Il calo significativo delle iscrizioni rispetto alle cancellazioni potrebbe essere interpretato come una diretta conseguenza della conclusione dei benefici fiscali previsti da questa misura stimolante per la ristrutturazione edilizia e l’efficientamento energetico degli immobili.
Oltre ai comparti del commercio e delle costruzione, anche altri settori hanno risentito negativamente nell’ultimo anno: dalle attività manifatturiere alle aziende nel campo dell’alloggio e della ristorazione hanno visto numerose cancellazioni rispetto alle nuove aperture. Tuttavia, alcuni ambiti come quello dei servizi professionali, scientifici e tecnici o quello immobiliare mostrano un rapporto meno drammatico tra chiusure e nuove nascite imprenditoriali.
In conclusione appare chiaro che la situazione economica nella provincia di Ascoli richieda attenzione particolare soprattutto per quanto riguarda il futuro del settore edile post-Superbonus, ma non solo. Interventi mirati per agevolare le imprese, comunque, dovrebbero partire direttamente dal Governo per salvaguardare la provincia ascolana così come tante altre in difficoltà in questo momento delicato.