Naspi da restituire: cosa contiene la lettera in arrivo ai percettori

Alcuni percettori della NASPI dovranno restituire i soldi della misura. Ecco i casi in cui viene richiesta la restituzione della NASPI

Sono davvero tanti gli italiani che ricevono la NASPI, ovvero l’indennità di disoccupazione. La Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego (acronimo NASpI) è una misura atta a garantire una continuità di reddito per coloro che incorrono in un periodo di disoccupazione involontaria.

NASPI da restituire
Restituzione della NASPI motivo – Ascoli.cityrumors.it

Introdotta dal governo Renzi nel quadro del cosiddetto Jobs Act, a fianco della NASPI, tale decreto, ha introdotto anche la Disoccupazione per i Collaboratori (DIS-COLL) e l’Assegno di Disoccupazione (ASDI). In questi giorni l’INPS sta inviando lettere ad alcuni beneficiari della NASPI in cui richiede la restituzione della somma di denaro.

NASPI, ecco chi deve restituirla e il motivo

La NASPI spetta ai lavoratori che hanno perso involontariamente il lavoro e, per poterne beneficiare, bisogna rispettare alcuni requisiti tra cui la presentazione di una dichiarazione di immediata disponibilità (DID) al Centro per l’Impiego. Nel caso in cui un cittadino manca ad uno degli appuntamenti fissati dal Centro per l’Impiego, l’INPS può anche sospendere o ridurre la NASPI o richiederne la restituzione.

NASPI da restituire
Restituzione della NASPI motivo – Ascoli.cityrumors.it

Della restituzione della NASPI percepita indebitamente si è occupata anche la Corte Costituzionale con la sentenza n. 8 del 27 gennaio 2023. La Corte Costituzionale ha ritenuto che la restituzione della NASPI non è incostituzionale, ma che deve essere interpretata alla luce dei principi di tutela del legittimo affidamento e dell’equità.

Innanzitutto la Corte Costituzionale ha stabilito che la buona fede del beneficiario è un elemento importante da considerare nella valutazione della ripetibilità delle somme indebite. Il creditore deve adottare tutte le misure necessarie per evitare di recare un danno eccessivo al debitore, anche in buona fede.

Nel caso di buona fede del beneficiario, il creditore può chiedere la restituzione delle somme indebite, ma deve farlo in modo graduale e sostenibile per il debitore. Ovviamente la sentenza della Corte Costituzionale ha importanti conseguenze per i beneficiari della NASPI che hanno perso indebitamente l’indennità.

La sentenza conferma che la NASPI percepita indebitamente è recuperabile, anche se percepita in buona fede. La stessa sentenza, però, stabilisce anche che il creditore, ovvero l’INPS, deve adottare tutte le misure necessarie per evitare di recare un danno eccessivo al debitore, anche in buona fede.

In altre parole questo significa che l’INPS può chiedere la restituzione delle somme indebite, ma deve farlo in modo graduale e sostenibile per il beneficiario, anche a rate e in base alle condizioni economiche del beneficiario. Infine, l’INPS può anche valutare di non richiedere la restituzione delle somme indebite se il beneficiario è in una situazione di difficoltà economica.

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