Sei titolare di Partita Iva e stai vivendo un periodo di forte difficoltà economica? Ecco una pratica guida per ottenere aiuto.
Essere titolari di Partita Iva e dunque liberi professionisti ha sicuramente dei vantaggi, ma anche altrettanti svantaggi. Alla libera gestione del lavoro durante il giorno, si contrappone infatti il dover gestire i guadagni in maniera autonoma e dunque il dover pagare in proprio tasse e contributi, ma anche eventuali ferie e malattie.
Se infatti i lavoratori dipendenti sanno di dover ottemperare ad un turno di lavoro stabilito e di avere delle settimane prefissate di ferie e giorni di malattia pagati, il libero professionista si trova invece a dover calcolare quanto risparmiare per non finire con l’acqua alla gola durante il periodo di ferie e soprattutto tenere conto del fatto che i giorni di malattia consistono in mancato guadagno.
Se poi il dipendente ha la certezza di mantenere lavoro e guadagno stabiliti dal contratto di lavoro firmato, il libero professionista deve sempre cercare nuove fonti di guadagno, nuovi progetti, e questo comporta che vi siano anche periodi di buco, periodi in cui potrebbe essere necessario chiedere aiuto per pagare le bollette, la spesa, per sopravvivere insomma.
Sappiamo inoltre che il dipendente che viene licenziato ha la possibilità di ottenere la disoccupazione, il libero professionista che si trova tra l’ottenimento di un contratto e un altro invece come fa a sostentarsi? Quale aiuto può ricevere dallo Stato? E se dovesse ottenere il sussidio e poi ottenere un lavoro come autonomo cosa succede? Rischia qualcosa?
Partita Iva: come ottenere aiuto durante i periodi di forte difficoltà
Sulla questione si è recentemente espressa la Corte di Cassazione con una sentenza che fa chiarezza su quali sono i diritti e i limiti riguardanti i titolari di Partita Iva. La prima risposta è sicuramente positiva, poiché chi è titolare di Partita Iva ma non genera alcun guadagno ha ovviamente diritto a prendere la disoccupazione, dunque può fare richiesta esattamente come gli altri lavoratori.
Sopra, però, si ipotizzava il caso in cui il titolare di Partita Iva si trovava tra un lavoro e un altro e dunque avesse percepito durante l’anno qualcosa e in questo caso la legge pone un limite: può richiedere la Naspi quel lavoratore autonomo che ha un guadagno annuo inferiore ai 4.800 euro lordi, ma in questo caso la NASPI sarà solamente al 20%.
Per quanto riguarda l’ultima curiosità, ovvero l’ottenimento di un lavoro autonomo dopo aver fatto richiesta per il sussidio di disoccupazione, vale la medesima regola dei 4.800 euro annui: al raggiungimento della soglia limite si perderà infatti il diritto alla ricezione della disoccupazione.