Ecco quanto spetta al coniuge separato e a quello divorziato con la pensione di reversibilità. Di seguito, tutti i numeri che è bene conoscere.
Uno dei temi legati alla pensione che più continua a tenere banco è quello della reversibilità. Ossia un tipo di trattamento che spetta a tutti i coniugi dei defunti e che viene fornito dallo Stato, anche una volta accertato il decesso. Se da un lato ci sono i numeri ordinari che riguardano il marito o la moglie, dall’altro ci sono più dubbi che entrano in gioco quando si parla di coniuge separato o divorziato.
Cosa succede in questi casi? E quali sono gli importi che spettano? Ecco tutto quello che c’è da sapere a riguardo, tenendo conto delle novità previste dalla Legge che sono state introdotte negli anni scorsi e nel 2024. Così non avrete più dubbi e sarete certi della cifra mensile che potrete ricevere tramite assegno ogni mese. Con gli aggiornamenti finali che sono stati forniti di recente dall’INPS.
Pensione di reversibilità: la cifra spettante al coniuge separato o divorziato
La pensione di reversibilità è un diritto spettante anche al coniuge separato o divorziato. A differenza di quanto si potrebbe credere. Ci sono, però, alcune norme da rispettare, con la questione che negli ultimi anni è stata oggetto di diverse sentenze e che ha portato a novità che è bene conoscere sempre.
Ricordiamo innanzitutto che la pensione indiretta entra in gioco quando il defunto non ha raggiunto i requisiti per l’accesso, ma comunque ha maturato almeno 15 anni di contributi. Per poterne godere, il coniuge divorziato deve essere titolare dell’assegno di divorzio con data di inizio del rapporto anteriore alla data di sentenza. Mentre per il separato è possibile in ogni circostanza.
Ma quanto spetta nello specifico? Secondo quanto dice la Legge, il coniuge superstite separato ha diritto all’assegno nella misura del 60% del totale. Se questo ha un figlio si sale all’80%; nel caso di due o più figli, invece, si ha diritto al 100% del trattamento pensionistico. La cifra potrebbe scendere, però, in determinate circostanze.
Si parla del 25% per reddito superiore al triplo della pensione minima, del 40% per reddito superiore al quadruplo e del 50% per reddito superiore al quintuplo. Con i tagli che, tuttavia, vengono applicati solamente nel caso la pensione di reversibilità sia ripartita anche con altri familiari, come possono essere i figli.