Il ritorno alla Fornero per tutti pare sempre più inevitabile. Le aspettative degli italiani devono scontrarsi con la mancanza di risorse.
La legge Fornero, secondo alcuni esperti di Economia, fu inevitabilmente nel 2011 e mantenerla viva è inevitabile ancora oggi. Le promesse del Governo Meloni potrebbero andare in fumo.
Era il 2011 quando l’allora ministro del Lavoro Elsa Fornero, tra le lacrime, presentava la sua riforma. L’età pensionabile passava a 67 anni con almeno 20 di contributi: diversamente non sarebbe stato più possibile andare in pensione. Questa riforma le costò l’odio di gran parte degli italiani, non solo degli elettori di Centrodestra.
Tutt’oggi è ben poco amata la legge Fornero. Anche i sindacati reputano che questa riforma abbia inchiodato il mondo del lavoro e aumentato la disoccupazione tra i giovani. Il Governo di Giorgia Meloni ha assicurato di superarla entro la fine di questa legislatura ma potrebbe essere impossibile. Anzi: potrebbe essere inevitabile un ritorno alla legge Fornero per tutti.
Legge Fornero per tutti: ecco cosa accadrà
Le pensioni sono il tema più scottante degli ultimi anni, quello su cui si gioca buona parte della campagna elettorale. Ogni coalizione promette qualcosa. La coalizione di Centrodestra attualmente al Governo ha promesso che la legge Fornero sarebbe stata cancellata. Secondo gli esperti di economia è molto più probabile che ad essere cancellate saranno tutte le misure di prepensionamento.
Rifinanziare Quota 103 anche per il 2024 comporterà una spesa enorme. Il Governo, per trovare le risorse necessarie, ha dovuto abbassare la rivalutazione delle pensioni dall’8,1% al 5,4%. E le pensioni più alte che al momento sono rivalutate al 32% del tasso dell’inflazione, nel 2024 saranno rivalutate al 22%. Non solo: gli assegni previdenziali di alcune categorie di dipendenti pubblici verranno ricalcolato interamente con il sistema contributivo puro.
Insomma per finanziare le misure di pensione anticipata si stanno facendo tagli sugli assegni dei pensionati. Nonostante ciò il Governo ha comunque dovuto alzare il requisito anagrafico di tutte le opzioni di prepensionamento. Quota 103 diventerà Quota 104: i contributi resteranno 41 ma l’età pensionabile passerà da 62 anni a 63 e con una riduzione dell’assegno. Con Opzione donna le lavoratrici non potranno più accedere alla pensione a 60 anni ma dovranno attendere di averne compiuti 61.
L’età per andare in pensione con Ape sociale passerà da 63 anni a 63 anni e 5 mesi. Insomma è un continuo “tirare a campare ” con risorse finanziarie sempre più scarse e sempre meno nascite. È stato stimato che nel 2050 il rapporto tra lavoratori e pensionati sarà di uno a uno: ci sarà un lavoratore per ogni pensionato. Va da sé che il sistema di previdenza sociale crollerà. Come evitarlo? Le soluzioni sembrano due: o puntare tutto sulla previdenza complementare con banche e compagnie assicurative oppure un ritorno alla legge Fornero per tutti. E l’età pensionabile potrebbe aumentare ulteriormente.