Il conto alla rovescia per la legge di Bilancio 2025 è già iniziato e la questione delle pensioni è quella che preoccupa di più.
Siamo solo a maggio ma già attendiamo con impazienza la prossima legge di Bilancio per capire se, finalmente, si smuoverà qualcosa sul fronte delle pensioni. Vediamo cosa è probabile che accada nel 2025 in base alle previsioni degli esperti.
La legge di Bilancio 2024 ci ha lasciato un po’ – un bel po’ – di amaro in bocca per quel che riguarda le pensioni. La legge Fornero è stata leggermente modificata ma non cancellata; Quota 103 è stata riconfermata ma stravolta in modo tale da non essere più vantaggiosa per nessuno; aumentata l’età pensionabile per fruire di Ape sociale e di Opzione donna.
Il Governo di Giorgia Meloni sta già lavorando alla legge di Bilancio 2025. Verranno deluse anche questa volta le nostre speranze o verrà fatto qualche passo avanti nella direzione delle pensioni anticipate? La speranza è tanta e l’ansia anche. Infatti il nodo delle pensioni continua ad essere il più arduo da sciogliere e non è detto che l’Esecutivo riuscirà a fare tutto già entro la fine di questa prima legislatura.
Pensioni nel 2025: prepariamoci a cambiamenti rivoluzionari
Quota 41, Quota 103, Ape sociale, Opzione donna: le ritroveremo anche nel 2025 o dovremo salutarle per sempre il 31 dicembre 2024? Ce lo stiamo chiedendo in tanti. Soprattutto se lo chiede chi proprio il prossimo anno potrebbe smettere di lavorare sfruttando una di queste misure. Vediamo cosa succederà nel 2025 sul fronte previdenziale.
I lavoratori tremano al pensiero che le misure di prepensionamento attualmente in vigore possano venir cancellate con un colpo di spugna e cessare di esistere alla fine di quest’anno. Se, infatti – a causa di mancanza di risorse – il Governo Meloni decidesse di non riconfermare Quota 103, Ape sociale e Opzione donna, tanti contribuenti verrebbero penalizzati e dovrebbero continuare a lavorare fino a 67 anni.
Del resto, secondo le prime stime, appare improbabile la cancellazione della legge Fornero. Nel Def – il Documento di Economia e Finanza – nemmeno una riga su nuovi fondi da destinare alle pensioni. La Lega di Matteo Salvini è tornata a parlare di una possibile estensione di Quota 41 a tutti.
Questa misura, infatti, per il momento si rivolge solo a chi ha versato almeno un anno di contributi prima di aver compiuto 19 anni di età e appartiene alle seguenti categorie: disabili con invalidità pari almeno al 74%, addetti a lavori usuranti o gravosi, disoccupati che non ricevono la Naspi.
L’estensione di Quota 41 a tutti comporterebbe troppe uscite anticipate di massa dal mondo del lavoro: troppi nuovi pensionati tutti d’un colpo. Le casse dell’Inps crollerebbero. L’unica soluzione per dire addio alla legge Fornero ed estendere a tutti Quota 41 sarebbe il ricalcolo contributivo di tutte le pensioni.
In pratica bisognerebbe ricalcolare con il sistema contributivo gli assegni di tutti i lavoratori, anche di quelli con contributi antecedenti al 1996, anno in cui, appunto, entrò in vigore tale sistema di calcolo. Con il sistema di calcolo contributivo, probabilmente, già nel 2025 potremmo andare tutti in pensione con Quota 41 ma con un assegno mensile più basso di circa il 30%.