Si può prendere la Naspi anche quando siamo in pensione? Per certi versi la risposta può essere sorprendente.
Può succedere – capita, eccome se capita – di vedersi licenziare a fine carriera, magari giusto qualche mese prima di compiere i fatidici 67 anni indispensabili per maturare il diritto alla tanto agognata pensione d’anzianità. E non manca chi, trovandosi in questa situazione, presenta domanda per ottenere la Naspi, l’indennità di disoccupazione erogata dall’Inps a chi perde involontariamente il lavoro.
Quando avrà finalmente compiuto 67 anni, il lavoratore potrà ancora usufruire dell’ammortizzatore sociale per disoccupati involontari garantito dall’Inps? Come noto la Naspi ha una durata massima di 24 mesi. Insomma: si può prenderla anche in età ormai pensionabile?
In alcuni casi particolari, sì. Non esistono limiti di età per avere diritto alla Naspi. Il criterio decisivo sta nella perdita involontaria del lavoro (ma anche nel caso di dimissioni per giusta causa). In alcuni casi dunque è possibile percepire la Naspi anche una volta superata la soglia dei 67 anni di età.
Naspi, possiamo prenderla anche se siamo in pensione?
Come detto, la Naspi può essere percepita anche dopo aver superato i 67 anni. Ma soltanto se il contribuente ancora non ha maturato il diritto al trattamento di vecchiaia. Quando soddisfa il criterio dei 67 anni di età e dei 20 anni di contributi, il beneficiario della Naspi perde il diritto all’indennità di disoccupazione.
In buona sostanza l’Inps provvede a bloccare la Naspi – ormai definitivamente decaduta – quando matura il diritto alla pensione. Questo significa però che non basta compiere 67 anni per perdere il diritto alla Naspi. Stando alla legge Fornero del 2012, il diritto alla indennità di disoccupazione erogata dall’Inps termina quando il lavoratore raggiunge i requisiti per il pensionamento.
Sappiamo tutti però che non è per forza detto che un contribuente 67enne abbia maturato il diritto alla pensione di vecchiaia. Possibile? Assolutamente sì. Ad esempio potrebbe non soddisfare (ancora) i 20 anni di contributi richiesti. Di conseguenza sarebbe sì in età da pensione, senza però avere diritto alla pensione di anzianità.
O ancora potrebbe essere un “contributivo puro” (il cui primo versamento è avvenuto dopo il 1995) e, pur potendo vantare i famosi 67 anni di età anagrafica e i 20 anni di contributi versati, potrebbe trovarsi nella situazione di non aver raggiunto una pensione pari all’assegno sociale (sul piano dell’importo). Pertanto chi non ha diritto alla pensione di vecchiaia non perde il diritto alla Naspi che sta percependo. Nulla vieta anzi che chi perde il lavoro dopo i 67 anni non possa chiedere per la prima volta la Naspi.