L’Usb Ascoli ha organizzato un evento a Castel di Lama per raccogliere le firme dei cittadini in merito alle tematiche relative alla sicurezza sul lavoro e non solo
A Castel di Lama, in provincia di Ascoli Piceno, si è svolto un evento volto a raccogliere le firme da parte della cittadinanza in merito alle tematiche relative al salario minimo dei lavoratori e alla sicurezza sul lavoro. L’evento è stato organizzato dall’Unione Sindacale di Base di Ascoli (USB Ascoli).
Purtroppo la morte dei cinque operai travolti da un treno, sulla linea ferroviaria Torino-Milano, è stato solo l’ultimo incidente sul lavoro. Il tutto si è verificato per via delle condizioni precarie in cui i lavoratori sono costretti a misurarsi quotidianamente.
Sicurezza sul lavoro e salario minino, Catia Albini (USB Ascoli): “Non possiamo più aspettare. Bisogna dare un segnale”
Catia Albini, membro dell’Unione Sindacale di Base di Ascoli, a margine dell’evento organizzato a Castel di Lama ha spiegato: “Con l’incidente sulla via ferroviaria non era più tempo di aspettare. Credo fosse necessario dare un segnale e l’iniziativa va proprio in questa direzione. Con l’approvazione di questa legge andremmo ad inasprire le pene nei confronti dei datori di lavoro. Il nostro obiettivo è di responsabilizzare l’azienda con l’auspicio che questo possa funzionare da deterrente”.
Albini – come riportato da rivieraoggi.it – ha poi aggiunto: “I numeri di incidenti sul posto di lavoro sono preoccupanti e i dati ci dicono che, ogni giorno, se ne verificano almeno tre. Ritengo che questo sia dovuto al fatto che, con le logiche di mercato del momento, la competizione e la competitività non si giocano più sulla qualità, ma sul gioco al ribasso dei costi di lavoro. E i punti su cui si vanno a tagliare sono, di conseguenza, i salari e la sicurezza”.
Il membro del sindacato ascolano ha poi precisato che la lotta sul salario minimo è un obiettivo che l’USB porta avanti da tantissimo tempo, anche prima che partiti nazionali lo facessero. La proposta del sindacato è di 10 euro all’ora, visto che – precisa Albini – “allo stato attuale abbiamo milioni di lavoratori poveri, e cioè persone che, nonostante lavorino, si trovano sotto la soglia di povertà”.