Arriva una novità clamorosa sulle pensioni: un anno di lavoro non vale più 12 mesi di contributi, ma addirittura 18. Vediamo tutto nei dettagli.
La matematica non è un’opinione e un anno è sicuramente formato da 12 mesi. Ma quando parliamo di pensioni, questo discorso non sempre vale. Infatti, d’ora in poi, un anno di contribuzione sarà riconosciuto come ben 18 mesi. La svolta finalmente è arrivata.
12 mesi fanno un anno, ma un anno può anche valere 18 mesi di contribuzione. Incredibile ma è così: la conferma è giunta direttamente dall’Inps. Questa notizia, com’è prevedibile, sta facendo gioire tutti, in quanto i contributi rappresentano il requisito più importante quando parliamo di pensione.
Se alcuni strumenti – come, ad esempio, Quota 41 oppure la pensione anticipata ordinaria – non tengono conto dell’età anagrafica, non esiste misura previdenziale che non prenda in considerazione i contributi versati dal lavoratore. Ed essi sono importanti per due ragioni.
In primo luogo, determinano la possibilità stessa di andare in pensione: se non raggiungi una soglia minima non puoi nemmeno smettere di lavorare. In secondo luogo, dal 1996 in avanti – dall’entrata in vigore delle riforma Dini – i contributi incidono sull’importo dell’assegno pensionistico.
Contributi per la pensione: arriva la svolta clamorosa dell’Inps
Immagina di lavorare per 12 mesi, ma che questi ti vengano conteggiati come 18 in termini di contributi. No, non è uno scherzo: in alcuni casi è possibile. Vediamo, di seguito, in quali situazioni può accadere.
Sembra incredibile, eppure la vigente normativa italiana prevede anche tale possibilità: un anno del tuo lavoro può essere calcolato come un anno e mezzo per l’accesso alla pensione. Ma in quali casi? Bisogna specificare che questa maggiorazione è utile solo ai fini dell’accesso anticipato alla pensione, ma non per ricevere un assegno previdenziale più alto. Inoltre, l’agevolazione è prevista esclusivamente per alcuni lavoratori e non per tutti. Chi sono, dunque, i fortunati?
Sono le persone che hanno iniziato a lavorare prima di aver compiuto 18 anni. Sei mesi di contributi versati prima della maggiore età valgono come 9; mentre un anno non corrisponde a 12 mesi ma 18, cioè un anno e mezzo. Pertanto se, ad esempio, hai 19 anni di contributi di cui uno versato prima di averne compiuti 18, a 67 anni potrai comunque andare in pensione. In quanto quell’anno varrà come uno e mezzo di contribuzione.
Stesso discorso per le misure di pensione anticipata. Ribadiamo che, ad ogni modo, questo non inciderà sull’importo della pensione: in quel caso un anno vale 12 mesi e basta. Questa maggiorazione riguarda, tuttavia, solo i lavoratori contributivi puti – cioè coloro che hanno iniziato a versare i contributi a partire dal 1996.