Un collezionista potrebbe fare follie per una vecchia moneta. Ecco come un taglio da 10 lire finisce per valere 4.000 euro oggi.
Sebbene le vecchie monete in lire ormai non siano più in corso di validità, ritrovarne una in casa nel 2024 potrebbe non essere così inutile. Da sempre nel mondo esiste un fiorente mercato di collezionismo di moltissimi oggetti tra cui le monete. Gli appassionati di numismatica possono arrivare a spendere cifre folli per una moneta rara, anche diverse centinaia o fino a migliaia di euro.
Il valore di una moneta una volta uscita dal corso di validità non sta tanto nel valore nominale di quando era in corso, ma piuttosto alla sua appetibilità e rarità. Ci sono diversi fattori che portano una moneta a valere molti soldi. Il primo è la sua rarità. Meno monete dello stesso tipo ci sono in circolazione più è probabile che un compratore possa voler spendere una cifra alta per ottenerla e aggiungerla alla sua collezione.
Questo non è tanto il caso di monete di normale corso che tutti potrebbero avere in casa, quanto piuttosto di monete coniate per occasioni speciali. Per alcune commemorazioni nazionali, comunitarie o anniversari importanti possono venire coniate delle monete in edizione limitata di cui esistono pochissimi esemplari che per la legge della domanda e dell’offerta avranno un prezzo più alto del normale.
Questo vale per tutte le monete del mondo, e per le Lire italiane, che sono uscite dal corso da molto tempo, la situazione è ancora più particolare perché gran parte delle monete passabili per il collezionismo che potevano esserci in giro sono state ritirate. I pochi esemplari che rimangono aumentano di conseguenza il loro valore.
Vecchie lire: questa piccola moneta oggi vale una fortuna
Per quanto riguarda le Lire, esistono esemplari che recentemente sono stati venduti per un prezzo totale di oltre 4.000 euro. Si tratta di una serie di monete particolari perché realizzare in una tiratura estremamente limitate nel 1947. Questa serie di monete sono state realizzate dal medaglista e scultore bolognese Giuseppe Romagnoli, già direttore dell’Istituto Poligrafico e Zecca di Stato dal 1909 al 1954.
Il medaglista ha realizzato in quell’occasione una serie di monete da 1, 2, 5 e 10 lire che tutte insieme sono state inserite all’interno dell’immenso catalogo dell’Asta Bolaffi del 2023 specializzata in numismatica. L’Asta ha portato in questa edizione, tenutasi a giugno 2023, 2.800 pezzi per un vendita complessiva per 4,7 milioni di euro. Queste 4 monete in particolare partivano da una base d’asta di 3.000 euro e sono state vendute per 4.400 euro.
La possibilità di avere in casa monete tanto preziose può far gola a molti, ma è bene prestare attenzione prima di farsi prendere dall’entusiasmo. La differenza tra una moneta di nessun valore e una che vale una fortuna la fanno i dettagli, ma soprattutto il grado di conservazione della stessa.
Nel caso degli esemplari dell’Asta Bolaffi, infatti, le monete vendute erano in stato di conservazione perfetto, quello che in gergo viene definito Fior di Conio. Questo stato deve essere valutato da un esperto ed equivale ad una conservazione della moneta tale per cui paia appena uscita dalla Zecca. Solo in questo stato le monete raggiungono simili vette di valore.